Pensioni d’oro manager: governo vuole ripristinare norma, poi rinuncia

Pubblicato il 9 Maggio 2012 - 12:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il governo ha rinunciato a presentare in commissione Finanze della Camera l’emendamento che avrebbe ripristinato la norma sulle pensioni d’oro dei manager pubblici, soppressa dal Senato. La decisione è stata presa per la contrarietà di tutti i gruppi di maggioranza. Il governo in mattinata, scriveva l’Ansa, aveva chiesto ai gruppi di maggioranza la disponibilità a reinserire nel decreto sulle commissioni bancarie la norma sulle pensioni d’oro dei manager, abrogata dal Senato. Il decreto è all’esame della commissione Finanze della Camera.

“Il Governo non ha mai manifestato l’intenzione di modificare il testo del decreto legge sulle commissioni bancarie approvato dal Senato e ora all’esame della Commissione finanze della Camera”. E’ quanto dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, “smentendo le affermazioni della Lega Nord”. Durante la sospensione dei lavori della commissione Finanze, il ministro Giarda si e’ incontrato con i capigruppo di Pd, Pdl e Udc in commissione, dai quali e’ arrivato un ‘niet’ al ripristino della norma nel decreto sulle commissioni bancarie. E’ stato osservato che ritornare sulle pensioni degli alti funzionari pubblici sarebbe stato inopportuno di fronte all’opinione pubblica e ci sarebbero stati anche rischi di una nuova bocciatura in Senato. Di qui la decisione del governo di rinunciare.

Il governo era stato battuto in Senato il 2 maggio su un emendamento di Idv che ha abrogato un articolo del decreto sulle commissioni bancarie, che conteneva una norma a favore delle pensioni dei manager pubblici. I favorevoli sono stati 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94. L’articolo che e’ stato abrogato, integrava un comma del decreto Salva Italia, che imponeva un contributo di solidarietà per gli stipendi dei manager pubblici oltre i 300.000 euro annui. L’articolo stabiliva che questo ”taglio” di stipendio era ininfluente ai fini della definizione della pensione per la parte calcolata con il metodo retributivo.

”Questo articolo – aveva spiegato in aula il sottosegretario Claudio De Vincenti – fa si’ che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno gia’ maturato i requisiti di pensionamento, che volontariamente prolungano la loro attivita’, al momento dell’andata in pensione avranno l’assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012”. L’articolo non comportava oneri per la finanza pubblica e il governo lo aveva inserito nel decreto sulla commissioni bancarie per evitare possibili ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale.