Pensioni, “riforma fantasma”: Ue chiede anzianità, B. risponde vecchiaia

Pubblicato il 27 Ottobre 2011 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La riforma esposta da Silvio Berlusconi nella lettera del 26 ottobre diretta alla Banca Centrale Europea sarebbe una “riforma fantasma” secondo Roberto Petrini di Repubblica. La Bce era stata chiara: le pensioni di anzianità in Italia andavano riviste. Berlusconi allora annuncia la novità, ma sulle pensioni di vecchiaia: “entro il 2026 si andrà in pensione a 67 anni e 7 mesi”. Peccato che, come spiega Petrini, di novità non si può parlare. La linea annunciata dal premier nella lettera all’Unione europea è semplicemente una conferma di quanto approvato nella manovra finanziaria di queta estate. Nessuno tocchi le pensioni, che esse siano di anzianità o di vecchiaia. L’Unione europea ha creduto alle parole di Berlusconi, ma ora chiede il premier dovrà attuare al più presto le riforme.

Nel 2013 rimane la “quota97” e potranno dunque andare in pensione coloro che hanno età anagrafica di 62 anni e 35 anni di contributi. Nessuna variazione dunque alla legge 111 del 2011. Il nodo della riforma che l’Unione europea ha apprezzato riguarda invece le pensioni di vecchiaia. Tenendo conto dell’aumento dell’aspettativa media di vita e delle “finestre mobili” l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia sarà portata ai 66 anni per uomini e donne nel 2012, e poi gradualmente si arriverà ai 66 anni e 3 mesi nel 2013, 66 anni e 11 mesi nel 2019 fino ai 67 anni e 7 mesi nel 2026.

Giuliano Cazzola, del Pdl, ha spiegato che “si ripercorre il cammino realizzato con le norme vigenti e resta aperto il nodo dell’anzianità”. I lavoratori che intendono dunque sfruttare la loro storia contributiva e andare in pensione il prossimo anno a “quota96”, con l’età anagrafica di 61 anni e i 35 anni di contributi, oppure a “quota97” nel 2013, con un meccanismo che al momento non sembra destinato a variare. Se invece i contributi versati raggiungono i 40 anni scatta il via libera alla pensione di anzianità, qualunque sia l’età anagrafica. coloro invece che hanno una storia contributiva frammentata dovranno pazientare e attendere il compimento dei 67 anni nel 2026.