Pensioni di anzianità, 40 anni non bastano? Monti, manovra da 20 mld

Pubblicato il 29 Novembre 2011 - 16:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Spunta l’ipotesi di alzare la soglia di anzianità per andare in pensione, ovvero di ritoccare la soglia minima di anni di contributi per andare in pensione. Monti pensa di farla passare dai 40 anni attuali a 41 o addirittura a 43. Che significa? Che per andare in pensione, una pensione di anzianità di servizio, a qualsiasi età, bisognerà avere da 41 a 43 anni di contributi. In più nel 2012 si decide lo stop alla perequazione per tutte le pensioni e l’anticipazione dei tempi per aumentare l’età pensionabile alle donne: se prima si pensava a un graduale aumento dal 2014 al 2026, ora si pensa di anticipare il tutto tra il 2012 e il 2020. Mario Monti ha bisogno di soldi. Ne ha bisogno perché deve assicurare il pareggio di bilancio entro il 2013. Glielo chiede prima di tutto l’Europa che anche oggi lo pressa. Deve ridurre il Pil dello 0,5% in due anni, una prova durissima. Per questo sta pensando di varare una manovra da ben 20 miliardi di euro, comprensivi dei 4 della delega fiscale. Al suo interno, secondo le prime indiscrezioni, niente patrimoniale ma ritocchi sulle pensioni e la cessione del patrimonio immobiliare dello Stato.

Tra le misure che il governo sta studiando per la manovra economica potrebbe esserci il blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni per il 2012. L’intervento, secondo quanto si apprende da tecnici che stanno lavorando alla manovra, varrebbe 5-6 miliardi compreso il blocco della perequazione già previsto per le pensioni più alte.

Inoltre potrebbe essere aumentata la soglia minima dei 40 anni di contributi necessari ora per la pensione di anzianità indipendentemente dall’età anagrafica. Secondo quanto si apprende tra le ipotesi allo studio del governo c’è un innalzamento tra i 41 e i 43 anni di contributi per uscire dal lavoro a qualsiasi età.

Si stringono i tempi per l’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne nel settore privato. Secondo quanto si apprende i tecnici del governo starebbero studiando un percorso accelerato rispetto a quello attuale (parte nel 2014 per arrivare a 65 anni nel 2026). Secondo le ipotesi allo studio l’adeguamento all’eta’ gia’ prevista per gli uomini e per le donne del settore pubblico (65 anni a partire dal 2012) dovrebbe partire l’anno prossimo per concludersi nel 2016 o, al massimo, nel 2020.

Tra le ipotesi allo studio in materia previdenziale per la manovra economica c’e’ l’aumento delle aliquote per i lavoratori autonomi. Al momento commercianti e artigiani pagano un’aliquota contributiva del 20-21%, inferiore di molto a quella dei lavoratori dipendenti (33%). Tra le ipotesi del Governo c’e’ l’innalzamento di due punti percentuali dell’aliquota contributiva con un aumento di entrate per l’Inps calcolabile per il 2012 in circa 1,2 miliardi di euro.

La commissione Ue sta incalzando Roma con la richiesta di adottare in fretta “misure aggiuntive” per rispettare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e per stimolare la crescita. Le istanze dell’Unione sono contenute in particolare in un rapporto redatto dagli ispettori di Bruxelles di ritorno dalla loro missione in Italia e che stasera sarà discusso alla riunione dei ministri delle Finanze europei.

Intanto l’Aula della Camera ha ripreso l’esame della riforma dell’articolo 81 della Costituzione, che prevede l’inserimento nella Carta della ”regola aurea” del pareggio di bilancio. Proprio nell’ambito di questa riforma è stata creata un’Authority sui conti pubblici, ovvero un’organismo indipendente che tenga d’occhio il pareggio di bilancio.

Il tutto avviene mentre Monti e il suo governo sono bersagliati dalle critiche e dai dubbi di conflitto di interessi. Attacchi a cui lo stesso Monti ha risposto deciso: “Il governo è trasparente. Bisogna stare attenti a parlare di conflitto di interessi, in ogni caso noi saremo di una trasparenza assoluta”.