Pensioni: tagliola sui super-assegni di chi resta oltre 40 anni di contributi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2014 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni: tagliola sui super-assegni di chi resta oltre 40 anni di contributi

Pensioni: tagliola sui super-assegni di chi resta oltre 40 anni di contributi

ROMA – Pensioni: tagliola sui super-assegni di chi resta oltre 40 anni di contributi. Non tutti hanno maledetto la riforma Fornero che abolisce le pensioni d’anzianità, rinvia l’età pensionabile, alleggerisce gli assegni pensionistici estendendo il sistema di calcolo contributivo. Per coloro che hanno la possibilità di restare in servizio oltre il limite, professori universitari, giudici, alti funzionari, con stipendi da 200mila euro lordi, lavorare dopo i 40 anni costituisce un vantaggio che fa lievitare l’assegno pensionistico fino al 120% dell’ultimo stipendio.

Ora il Governo, sollecitato dall’Inps che teme per la sostenibilità dei conti (e anche da diverse interrogazioni parlamentari) ha deciso di inserire una clausola di salvaguardia che sterilizzi gli aumenti in questi casi dovuto al sistema contributivo.

La falla creata dalla riforma Fornero del 2011 in sostanza rende possibile per chi rimane al lavoro oltre il limite della pensione di anzianità (pensione che viene calcolata con un mix di retributivo e contributivo) di portare a casa assegni superiori agli ultimi stipendi (anche fino al 135%). Si tratta delle professioni per cui si può rimanere al lavoro fino a 70 o 75 anni, come magistrati, medici, docenti universitari, che si possono trovare ad andare in pensione con 45 o 50 anni di contributi. Come sia potuto accadere lo spiega bene Roberto Petrini oggi su La Repubblica.

La legge Fornero aumentò l’età pensionabile fino a 70 anni dal 2012. L’idea era la seguente: con il contributivo l’ultima retribuzione non conta più, più lavori e più prendi, tanto più che potrai lavorare fino 70 anni. Inutile mantenere anche il vecchio tetto di 40 anni ai contributi (che garantiva una pensione pari all’80 per centodella retribuzione): meglio incoraggiare la gente a rimanere al lavoro con il contributivo e cumulare più risorse presso il conto-Inps.

Tuttavia se lo stipendio è rilevante, come può accadere per alti burocrati o manager privati, c’è un rischio: che senza tetto quarantennale ai versamenti, una sorta di clausola di salvaguardia, chi lavora fino 70 anni e versa sulla base di uno stipendio molto alto (si parla di circa 200 mila euro lordi), continuerà ad arricchire il conto della propria pensione e dunque costituirà un assegno sempre più ricco, più alto del 20 per cento dell’ultimo stipendio. Un fenomeno che investe circa 160 mila soggetti che avranno una pensione d’oro, più pesante dell’ultimo stipendio in molti casi già alto. (Roberto Petrini, La Repubblica)

Il rimedio: modifica Legge Fornero con clausola di salvaguardia. L’ipotesi su cui si starebbe lavorando sarebbe di bloccare al limite degli anni di contribuzione per la pensione di anzianità il calcolo della pensione (42 anni e 6 mesi per gli uomini, 41 e sei mesi per le donne) in modo da evitare che gli anni aggiuntivi in cui si rimane al lavoro permettano di incrementare ancora l’assegno previdenziale. Ma non è detto che l’intervento sarà pronto già nelle prossime ore, in modo da introdurre la modifica già alla Camera, sia perché ancora si starebbe calcolando la quantificazione della platea degli interessati (nella versione ‘minima’ sarebbero un centinaio, tutti ‘grand commis’ come i consiglieri di Stato e della Corte dei Conti) ma anche perché ci sarebbe un problema di costituzionalità.