Petrolio e gas, Bp “sposa” la russa Rosneft per le trivellazioni nell’Artico

Pubblicato il 17 Gennaio 2011 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA

La Bp sposa la russa Rosneft. Il numero uno del colosso petrolifero, Bob Dudley,ha deciso di stringere un’alleanza con Mosca per aprire le acque dell’Artico alle trivellazioni, sembra con incoraggiamento del premier britannico David Cameron.

Le nozze tra Bp con la società petrolifera di stato russa apre alle esplorazioni petrolifere e del gas il mare di Kara a nord della Siberia: la sigla del patto, basato su uno scambio di azioni sull’ordine degli otto miliardi di dollari, è stata salutata con sospetto anche negli Usa. Per gli ambientalisti è il passaporto per un nuovo, terrificante disastro ecologico.

L’Artico diventerà ”un nuovo campo di battaglia ambientale”, hanno detto gli attivisti verdi che si propongono di affrontare l’amministratore delegato di Bp,  Dudley, che qualche mese fa ha preso il posto di Tony Hayward.

La multinazionale petrolifera è stata accusata di essere il ”il nemico numero uno” dagli Amici della Terra. E intanto proteste si sono levate anche sul fronte politico dopo l’accordo raggiunto grazie anche a incentivi fiscali promessi dal primo ministro Vladimir Putin: a Washington alcuni politici hanno sollevato dubbi sulla nuova alleanza che si sta formando tra Gran Bretagna e Russia.

Il patto con Rosneft apre infatti un nuovo terreno di esplorazioni per Bp in un momento in cui il suo management è preoccupato per le difficoltà di continuare le attività di trivellazione al largo delle coste Usa. ”Occorre valutare se l’intesa ha un impatto sulla nostra sicurezza economica e nazionale”, ha detto il deputato democratico del Massachusetts Edward Markey chiedendo un esame da parte della Commissione sugli investimenti stranieri negli Stati Uniti e del Dipartimento di Stato. Ma sono stati soprattutto i verdi che a caldo hanno preso male l’accordo per un doppio ordine di ragioni: quella del Mar di Kara è una regione dalle condizioni meteo proibitive, ma anche l’habitat naturale di numerose specie in pericolo tra cui orsi polari, trichechi, balene beluga e di pesci tra cui l’ippoglosso e il merluzzo dell’artico.