Allarme Pil in Europa. Zero crescita il virus, l’Italia contagia Berlino e Parigi

Pubblicato il 15 Febbraio 2013 - 11:28| Aggiornato il 1 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Allarme Pil in tutta Europa. Se la crisi è la peste, l’Italia (insieme a Spagna e le nazioni del Sud) l’Italia è l’untore. L’economia della zona euro si è contratta ancora nell’ultimo trimestre del 2012. Un restringimento previsto, ma non di questa intensità: una diminuzione nella produzione di ricchezza con la progressione più alta dal picco della crisi finanziaria del 2009. Il crollo del Pil italiano dell’ultimo trimestre (-0,9% tra ottobre e dicembre, -2,7% su base annua), spagnolo, greco trascina al ribasso anche il Pil del blocco nordeuropeo. Fa impressione leggere sul Wall Street Journal del 14 febbraio, come l’Italia “stia infettando” il resto d’Europa, il cui Pil complessivo (sempre dell’ultimo trimestre) è sceso del 2,3% su base annua. Segno che la crisi è ben lontana dall’essere superata. L’Istat ha certificato l’annus horribilis dell’economia italiana: rispetto al 2011, il Pil è diminuito del 2,2%.

Un dato pessimo, peraltro previsto dalla Banca d’Italia che, se non smentisce, abbassa di parecchio le più ottimistiche stime del Governo. Più in generale, a proposito di  questi scostamenti, il Wsj rileva una certa predisposizione a considerare probabile, se non imminente, un’inversione di tendenza sulla crescita. “Abbiamo avuto troppe false aurore nel passato”, sostiene Ben May, analista della società Capital Economics. Ricordate l’anno scorso? La Bce assicurava un recupero nel corso del 2012 della zona euro, solo per vedere, alla fine, prospetti economici peggiori.

In questo momento, sia i mercati che la Bce confidano in una stabilizzazione della zona euro e un ritorno alla crescita per il 2013. E’ vero che il famoso messaggio di Mario Draghi (“faremo tutto il necessario per salvare l’euro”) ha migliorato, e di molto, le condizioni dei mercati finanziari. Tuttavia, mercati finanziari più stabili – questo ci consegnano gli ultimi dati – non hanno portato i segni di una ripresa delle attività di business. Nicholas Spiro, capo consulente della società londinese Spiro Sovereign Strategy, sintetizza il problema: “I numeri del Pil si infrangono contro questo sentimento diffuso di miglioramento e suggeriscono che i prezzi dei mercati finanziari, soprattutto nel sud Europa, si stanno pericolosamente divaricando dai fondamentali economici”. Siamo entrati forse in un’altra letale bolla, quella dell’ottimismo, e non ce ne siamo nemmeno accorti?