Fmi: “Pil italiano in crescita dell’1%”. In Europa “ripresa debole” e “pericolo debiti sovrani”

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA

Il Pil italiano crescerà sia nel 2010 sia nel 2011 dell’1%, con il deficit che quest’anno si attesterà al 5,1% per poi scendere al 4,3% il prossimo. Lo ha detto il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel Regional Economic Outlook per l’Europa, nel quale riporta le previsioni già contenute del World Economic Outlook diffuso nelle scorse settimane.

Secondo il Fmi la ripresa economica in Europa ”prosegue” ma è ”debole”: restano ”significativi rischi”, fra i quali la possibilità di ulteriore volatilità sui mercati finanziari e quelli dei debiti sovrani, ai quali la politica deve far fronte attuando politiche appropriate. Il Fondo Monetario Internazionale ha accolto positivamente ”i proposti miglioramenti della governance dell’Unione Europea e nell’area euro” e invita gli stati membri ”ad accelerarne l’attuazione”.

Per le economie avanzate dell’Europa il Fmi prevede un pil in crescita dell’1,7% nel 2010 e dell’1,6% nel 2011: ”Le politiche adottate hanno aiutato a contenere” i problemi legati alla crisi del debito sovrano. In ogni caso la crescita sarà ”debole” rispetto agli standard storici e alle altre economie avanzate e questo in parte a causa dell’impatto della crisi e dell’accelerazione nel portare avanti i necessari aggiustamenti fiscali.

Ma ”questo riflette anche le ben note rigidità strutturali del mercato del lavoro, dei prodotti e dei servizi”. Rigidità che ”limitano il potenziale di crescita dell’area euro”. Sulle prospettive di crescita restano comunque ”significativi rischi. L’attività negli Stati Uniti e in Asia potrebbe superare le attese e spingere le esportazioni. Allo stesso tempo, la crescita globale potrebbe rivelarsi più debole del previsto, con il rischio di una nuova recessione. E’ inoltre possibile una rinnovata volatilità nel sistema finanziario e nel mercato dei debiti sovrani”.

Per il Fmi l’esposizione delle banche italiane ai debiti sovrani è limitata. In particolare l’esposizione delle banche italiane nei confronti del debito di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna è limitata a 3,7 miliardi di euro, contro i 71,4 miliardi della Francia (di cui 47,1 verso l’Italia), i 74,8 miliardi della Germania (di cui 36,3 verso l’Italia) e i 28,3 miliardi del Regno Unito.