Il posto pubblico? Non un’utopia ma quasi. Gli ultimi dati diffusi dalla Ragioneria dello Stato, infatti, raccontano di una Pubblica amministrazione in lenta ma inesorabile cura dimagrante: rispetto al 2008, infatti, il numero di dipendenti pubblici è sceso di circa circa 64.000 unità (-1,89 per cento). Un calo determinato soprattutto dalla contrazione del personale docente e non docente del comparto scuola per 55.000 unità, di cui 26.600 a tempo determinato annuale e non annuale.
Ad aumentare è invece la presenza delle donne, soprattutto nella sanità, Regioni ed autonomie locali, e negli enti di ricerca, magistratura e corpi di polizia. Nella scuola, nelle università e nei ministeri si registra invece un calo della presenza femminile solo in termini assoluti, mentre in termini relativi, l’incidenza della componente femminile è comunque in aumento.
Infine i soldi: nel 2007 sono stati spesi 156,1 miliardi di euro (di questi circa 2 miliardi per arretrati); si sale poi nel 2008 a 166,6 miliardi (+6,7 per cento) di cui per arretrati circa 6 miliardi; fino ad arrivare a 168,1 miliardi nel 2009 (+0,9 per cento) di cui per arretrati circa 2,7 miliardi. Al netto degli importi corrisposti per arretrati relativi ad anni precedenti, le variazioni annue sono: +4,3 per cento per il 2008 e +2,9 per cento per il 2009. Per l’intero pubblico impiego le retribuzioni medie pro capite (al netto degli arretrati) risultano così: 31.660 euro nel 2007; 33.423 euro nel 2008 e 34.497 euro nel 2009.
I commenti sono chiusi.