I prezzi crescono a velocità doppia rispetto ai salari. Record dal ’97

Pubblicato il 29 Novembre 2011 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I prezzi battano i salari 2 a 0, quasi. Era da quindici anni che l’inflazione non cresceva il doppio delle retribuzioni. Gli ultimi dati Istat certificano la differenza di passo: ad ottobre, su base annua, la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,7%) e il livello d’inflazione(+3,4%), ha toccato una differenza pari a 1,7 punti percentuali. Il precedente record era a 1,3 punti percentuali. Si tratta del divario più alto almeno dal 1997. Nelle grandi imprese a settembre la retribuzione lorda per ora lavorata (al netto della stagionalità) è diminuita rispetto ad agosto dell’1,2%, mentre su base annua cala del 2,1%. Forte è la differenza tra le grandi imprese dell’industria, dove si registrano aumenti (+3,1% sul mese, +3% sull’anno), e quelle dei servizi, che invece determinano il ribasso (-3,5% congiunturale e -4,7% tendenziale).

Nella media del periodo gennaio-ottobre 2011 l’indice è cresciuto dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Guardando ai principali macro-settori, a ottobre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato e dello 0,6% per quelli della pubblica amministrazione, che subisce l’effetto del blocco contrattuale. I comparti che hanno presentano gli aumenti annui maggiori sono: militari-difesa (+3,7%), forze dell’ordine (+3,5%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attività dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Si registrano, invece, variazioni nulle per ministeri, scuola, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale.

Capitolo rinnovi contrattuali. Nessun accordo in attesa di rinnovo, tra quelli monitorati dall’indagine, è stato siglato. A fine ottobre risultano in attesa di rinnovo 31 accordi contrattuali, relativi a 4,3 milioni di dipendenti (circa tre milioni nel pubblico impiego). Nel totale dell’economia la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo è pari al 33,1%. L’attesa per vedere rinnovato il proprio contratto si fa sempre più lunga: i lavoratori che ne hanno uno scaduto devono aspettare in media quasi due anni (22,4 mesi). Un’attesa che risulta in deciso aumento rispetto a ottobre 2010 (12,4).