Ici, Iva, Irpef: tutti i privilegi del Vaticano

Pubblicato il 23 Agosto 2011 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Vaticano gode di privilegi fiscali che non spettano ai cittadini italiani: Ires, Ici, Iva, Irpef e Irap sono sconosciute alla Chiesa. Mario Staderini, segretario radicale, ha chiesto alla Chiesa di intervenire, specialmente perché spesso le esenzioni e le riduzioni che dovrebbero valere solo per gli enti di beneficenza vengono estese ad attività di culto o comunque ad attività che non prevedono la carità.

Staderini spiega come “è fuori dal tempo  che la Chiesa goda di detrazioni per l’equiparazione degli enti ecclesiastici ad enti di beneficenza. Prima bisognerebbe verificare che in quei luoghi la beneficienza si faccia davvero. Mi vengono in mente le famiglie indigenti sfrattate da Propaganda Fide per far spazio a potenti o speculazioni edilizie. L’articolo contestato dai radicali è il 29 del Concordato del 1929 che prevede l’equiparazione degli enti ecclesiastici agli enti di beneficenza da un punto di vista tributario.

Il segretario dei radicali ha sottolineato come sia “proprio il criterio della strumentalità che consente ampi spazi di possibile elusione fiscale da parte dei soggetti economici di natura ecclesiastica”. La Chiesa infatti gode di una riduzione del 50 per cento dell’Ires, l’imposta sul reddito delle persone giuridiche. C’è poi l’esenzione da imposta locale sui redditi dei fabbricati di proprietà ecclesiastica, che non sono considerati produttivi di reddito a prescindere dal proprietario.

Anche le cessioni di beni e prestazioni di servizi compiute non vengono conteggiate nel reddito imponibile e da quest’ultimo vengono dedotti anche i canoni per le spese di manutenzione o restauro dei beni, le spese per attività commerciali svolte da enti o membri di entità religiose. Sono previste anche detrazioni per i dipendenti e per l’Iva, l’esenzione dallIvaper, l’esonero Irpef per i dipendenti impiegati e salariati, anche se non stabili ed infine esenzioni dai diritto doganali e daziari per le merci estere che sono dirette al Vaticano o agli istituti della Santa Sede situati ovunque. E l’italiano (laico) paga.