Processi sui licenziamenti più rapidi? Piace a sindacati e Confindustria

Pubblicato il 1 Febbraio 2012 - 12:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Tempi più rapidi per la giustizia in tema di diritto del lavoro. E’ su questo punto che sembrano convergere Governo e parti sociali. Sebbene la flessibilità in uscita rappresenti il tema più spinoso sul tavolo convocato dal ministro del Welfare Elsa Fornero per la riforma del mercato del lavoro, tutti concordano nel ritenere i contenziosi sui licenziamenti troppo lunghi.

Il tema, caro a Confindustria, ruota attorno alla necessità di dare certezze alle imprese sulla durata e l’impatto economico dei processi. Oggi le cause durano anni e il giudice può decidere che l’azienda oltre ad eseguire la sentenza, debba pagare un lungo periodo di arretrati di stipendio e contributi. “Si potrebbe stabilire una durata massima dei processi ed anche mettere un tetto sull’ammontare degli arretrati” chiede Confindustria. “Su tre possibili interventi, almeno due possono essere valutati con i sindacati, come i tempi delle cause di lavoro” ha detto il ministro Fornero. Favorevole anche la leader della Cgil, Susanna Camusso: “L’unica ragione che può essere sollevata sono i tempi della giustizia; smettiamola di discutere dell’articolo 18 e facciamo un ragionamento su come rendere rapida ed efficace la giustizia in tema di diritto del lavoro”. Sulla stessa scia si è espresso anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: “Sull’articolo 18 siamo disponibili ad affrontare un solo punto, i tempi del contenzioso che vanno accorciati”. Tutti puntano a creare una corsia preferenziale per le cause di lavoro.

Sempre in materia di diritto del lavoro, altro tema da discutere è la definizione più netta della “giusta causa”, per ridurre la discrezionalità dei giudici. L’obiettivo, seppur gradito da più parti, è più difficile da ottenere secondo l’opinione dei tecnici. Resta comunque sul tavolo l’ipotesi di sperimentare sui nuovi assunti un contratto a tutela crescente, che non preveda l’applicazione dell’articolo 18. Ai sindacati non piace il contratto unico e sostengono che per i giovani in ingresso nel lavoro esiste già il contratto di apprendistato che va rafforzato. Su quest’ultimo punto, tra l’altro, è d’accordo anche l’associazione degli industriali.