Come i Maya, profezie al Monte Paschi di Siena: la fine nascosta negli stemmi?

Pubblicato il 31 Agosto 2012 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA
La statua di Sallustio Bandini alla Rocca Salimbeni

ROMA – I Maya anche al Monte dei Paschi di Siena? E’ curioso l’accostamento del solitamente serioso Sole 24 Ore, tra i problemi dell’istituto di credito e la moda infausta ma contagiosa delle profezie. Il fatto è che il blasone, e i suoi simboli, contano, hanno la stessa funzione propiziatoria dei totem o dei numi dedicati. Ma esigono un minimo di culto, o almeno un po’ di spazio. Spazio, invece, non è ne quasi più rimasto per i blasoni familiari custoditi alla Rocca di Salimbeni, la sede della antica banca fondata nel 147.

L’allora Monte Pio cambiò il nome quando il Granduca di Toscana Ferdinando II concesse a garanzia dei depositi le rendite dei pascoli maremmani, da cui Monte dei Paschi. In una sala del rocca c’è posto per 44 stemmi dei blasoni familiari dei presidenti che finora si sono succeduti alla guida dell’istituto. Da quello di Lattanzio Finetti nel 1672 (all’epoca del cambio del nome) a quello dell’attuale presidente Alessandro Profumo. Appesi ce ne sono solo 39: per Profumo e Mussari che l’ha preceduto, manca lo stemma ma lo spazio ce l’hanno assicurato. Il problema è che dopo ne mancherebbero solo altri tre. Da qui nasce la fobia dei calcoli che menano all’Apocalisse: lo stemma numero 44 sarà assegnato all’ultimo presidente del glorioso Monte dei Paschi?