Quanto piange il portafoglio 24 ore dopo il voto: Borsa -4.89, spread +50 punti

Pubblicato il 26 Febbraio 2013 - 18:37 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Cinquanta punti di spread, poco più e cinque punti in Borsa, poco meno. Il portafogli, 24 ore dopo le elezioni che hanno consegnato ai mercati un’Italia sostanzialmente ingovernabile, piange.

Ma lo spread che chiude a quota 344 e la Borsa che segna un -4.89% sono, se possibile, solo la punta di un iceberg. Iceberg che ha la forma di una giornata nera, antipasto di quello che potranno offrirci i mercati se l’instabilità del governo diventerà chiara, ufficiale e conclamata. Intanto la cifra: -4.89% significa polverizzati in un giorno più o meno 17 miliardi.  Le Borse vanno male un po’ ovunque, ma Milano va peggio. Londra, infatti,  cede l’1,34%, Francoforte il 2,27%, Parigi il 2,67% e Madrid il 2,2%.

Ma c’è di peggio, se possibile, sul piano del debito pubblico.  Il prezzo dei credit default swaps (ovvero delle assicurazioni contro il fallimento sull’Italia) è salito a quota 289 punti. Un salto di 48 punti base, massimo rialzo da dicembre 2011.

In Borsa le vendite hanno colpito l’intero paniere, con particolare intensità però sul comparto bancario, ma non solo. E’ stata infatti presa di mira anche l’intera squadra delle partecipate dal Tesoro, da Enel ad Eni e Finmeccanica, mentre hanno fatto eccezione alcuni titoli piu’ esposti all’estero, come Pirelli, Prysmian e Diasorin.

TERREMOTO BANCARIO. Per gli istituti di credito è stato un vero e proprio sisma, con cali che vanno dal 10,47% di Banco Popolare e dal 10,27% di Mediolanum al 9,07% di Intesa Sanpaolo, su cui la Consob ha anche posto il divieto di vendite allo scoperto, avendo superato in giornata il 10% di variazione. Un provvedimento che ha interessato anche Carige (-7,8%). Sotto torchio Unicredit (-8,46%) e Mediobanca (-8,64%), che ha diffuso i dati semestrali nel giorno meno indicato, mentre Bpm ha lasciato sul campo il 5,72%.

SPRINT PIRELLI. Vero e proprio sprint di Pirelli (+2%) e della controllante Camfin (+4,89%). Il titolo della Bicocca, secondo un operatore  di borsa, ha tratto vantaggio dal fatto di essere meno esposto al rischio paese insieme a Diasorin (+0,11%) e Prysmian (-1,26%), positiva per gran parte della seduta.

CHI SALE E CHI SCENDE. Pochissimi i titoli che si sono mossi controcorrente. Tra queste Olidata (+0,04%) dopo i preliminari di fine esercizio, che hanno visto il ritorno dell’utile. Hanno limitato il Tod’s (-1,02%), Parmalat (-1,08%), Impregilo (-0,85%) e Campari -1,1%), mentre sono scivolate Enel (-5,84%), Eni (-3,02%) e Finmeccanica (-3,92%). In forte calo Telecom (-7,26%), congelata anche per eccesso di volatilita’. Pesanti Mediaset (-5,64%) e Fiat (-3,43%).