Referendum Fiat, marcia indietro Cgil? Camusso: “Comunque vada, saremo dentro Mirafiori”

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA

La Fiom accetterà l’esito del referendum di Mirafiori e non abbandonerà i lavoratori dello stabilimento Fiat. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso: ”Comunque vadano le cose la Fiom tornerà sicuramente in fabbrica”. La Fiom, la sigla dei metalmeccanico legata alla Cgil, rischierebbe infatti di uscire da Mirafiori, visto che non ha firmato l’accordo tra i vertici dell’azienda e gli altri sindacati. Se vincesse invece il “fronte del sì” la Fiom dovrebbe decidere se firmare o perdere la rappresentatività in fabbrica.

”La Fiom è una grande organizzazione con migliaia di iscritti, non è che viene cancellata così”, ha aggiunto la Camusso: ”Evitiamo di attribuire all’amministratore delegato della Fiat il potere di cancellare la storia e le tradizioni e organizzazioni del nostro Paese”.

La Camusso ha anche risposto nuovamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: ”Fa spettacolo e ha abdicato al suo mestiere”. La polemica tra il segretario della Cgil e Berlusconi è cominciata dopo che il premier aveva detto che, in caso di vittoria del “no”, la Fiat sarebbe stata “giustificata” a trasferire la produzione all’estero.

A chi le chiedeva se si aspettava l’affermazione del presidente del Consiglio relativa alle ”buone ragioni” per la Fiat di abbandonare Torino in caso di vittoria del no al referendum sull’accordo di Mirafiori, Camusso ha replicato a margine di un convegno organizzato dalla Lega delle Cooperative: ”No, non me lo aspettavo, perché in un paese normale un governo, di fronte a una impresa che vuole fare investimenti, avrebbe fatto tutto diversamente”.

Secondo la segretaria generale della Cgil l’esecutivo avrebbe dovuto ”chiamare l’impresa e verificare gli investimenti”: ”Non avendo fatto tutto ciò invece si fa spettacolo e, se si guarda la coreografia, lo si fa proprio di fianco alla presidente di un Paese che ha detto di no (a Marchionne) perché non dava abbastanza garanzie”, ha proseguito parlando della cancelliere Angela Merkel e delle trattative, tramontate, per l’acquisto di Opel da parte della Fiat.