Referendum, il No cresce, lo spread arriva a 180 era 114 tre mesi fa

di Sergio Carli
Pubblicato il 14 Novembre 2016 - 06:00| Aggiornato il 18 Novembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Referendum, sale il No nei sondaggi e sale lo spread. Dove seguirlo in tempo reale

Referendum, sale il No nei sondaggi e sale lo spread. Torneremo come ai tempi dell spread a 500? di più? Se vince il No tutto è possibile (grafico Ansa Centimetri)

Referendum, sale il No nei sondaggi e sale lo spread.

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Venerdì sera, 11  novembre 2016, lo spread era a quota 172,7. Martedì mattina, 15 novembre era sopra 174, gioveì 17 è arrivato a quota 180. Lo spread è il differenziale fra quanto costa all’ Italia e alla Germania procurarsi denaro con titoli di Stato, definito dal rendimento fra i nostri Btp e i Bund tedeschi. Non è un fatto di lor signori, perché se salgono gli interessi che lo Stato italiano deve pagare a chi gli presta denaro, a pagare il conto saremo noi cittadini italiani, o almeno quella metà di noi che paga le tasse. Sono centinaia di milioni di euro di differenza, ci vuole poco a fare i miliardi.

Lo spread era a quota 114 a Ferragosto, la sera del 5 ottobre 2016 era salito a 142, quando Giuseppe Turani ha lanciato l’allarme:

“Se vince il no nessuno sa dove andremo a finire”.

Non era la prima volta. Turani, sostenitore del Si per la semplice ragione che se vince il No si andrà ad elezioni che, anticipate nel 2017 o a scadenza naturale nel 2013, dovebbero inesorabilmente portare il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo al governo. Che cosa significhi lo cominciano a provare i cittadini di Roma e anche quelli di Torino.

Turani, in un precedente articolo, aveva preso come termine di riferimento un bicchiere di birra. Con un Governo M5s ci sarà l’uscita dall’ euro, il ritorno alla lira e una birra, anticipa Turani, sarà tanto cara da valere mezzo stipendio. Questo per effetto della svalutazione della lira, cui Beppe Grillo ci avrà riportato, talmente forte da ricordare i tempi della Repubblica di Weimer. Andrete al bar, ordinerete una birra, vi diranno: le conviene pagare subito, nel tempo che l’avrà bevuta, il prezzo sarà ancora salito”.

La vittoria del No si prospetta sempre più concreta. D’Alema, Berlusconi, Bersani, Salvini, Monti si trovano tutti uniti, con Beppe Grillo, in un variegato, talvolta folcloristico ma sempre desolante fronte di demagoghi che, dopo avere ridotto l’Italia come è oggi, voglio ora impedire un estremo tentativo di cambiamento. Renzi non è il massimo della vita, ma è l’unico che finora ci ha provato.

D’Alema, Berlusconi, Bersani, Salvini, Monti,riesce difficile capire dovre trovino il coraggio di parlare ancora, dopo il disastro che hanno prodotto. Votate per il No, votate per loro e ve ne accorgerete.