ROMA – Non ci sono solo le Regioni. Ci sono anche le società partecipate, e le partecipate delle partecipate. Ovvero aziende di cui le Regioni hanno una partecipazione azionaria. Un sistema che costa un miliardo di euro all’anno tra perdite e ripiani dei conti. Il rosso del 2010 è stato di 92,6 milioni, ma a questo si aggiunge il costo della produzione, che sfora i 2 miliardi all’anno, arrivando a sfiorare il valore complessivo del patrimonio netto (2,36 miliardi). Ogni anno i Governatori hanno sborsato circa 800 milioni che naturalmente si vanno ad aggiungere alle perdite. Ed ecco che queste società sono costate circa 900 milioni nel 2010. Cifra che, data la crisi, oggi si aggira intorno al miliardo.
Il Sole 24 Ore cita il caso di Lazio service:
«La società è nata con la mission di stabilizzare dipendenti già assunti con contratto a termine»; di assunzione in assunzione, «l’obiettivo è stato pienamente realizzato». Nessuno può contestare la mancata trasparenza sul proprio codice genetico a Lazio Service, che oggi conta quasi 1.400 dipendenti e fin dal proprio sito Internet dichiara le ragioni per cui è nata e nel tempo ha assorbito una serie di servizi prima gestiti dalla Regione (tra cui la formazione del personale: solo il consiglio regionale ha speso l’anno scorso 3,4 milioni di euro, il triplo rispetto al 2009).
E che utili avranno queste società? Secondo il Sole, che ricorda l’ultima analisi della Corte dei Conti, i risultati sono quasi sempre in perdita:
Come sempre quando si parla di enti territoriali, dietro ai numeri complessivi si nascondono realtà molto diverse. Le uniche realtà a raggiungere nel loro insieme un utile di qualche peso sono quelle di Lombardia (con forte spinta dal Pirellone, appunto), Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. La maggioranza delle Regioni oscilla fra utili ultraleggeri, dallo 0,2% del valore della produzione in Toscana al 6,98% del Veneto, o inciampano in perdite che in Campania si trasformano in una voragine. Nonostante i 94 milioni erogati dalla Regione, il bilancio complessivo ha perso nel 2010 più di 107 milioni: di fronte ai mini-utili raggiunti da qualche società, l’elenco delle perdite è sterminato fino ai picchi dell’Ente Autonomo Volturno (che a sua volta gestisce partecipazioni azionarie, soprattutto in aziende di mobilità, e ha perso 82 milioni nel 2010) e della Circumvesuviana (44,6 milioni).
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