Renzi candida Mogherini agli Esteri Ue. Toto-rimpasto (e occhio alle delusioni)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Renzi candida Mogherini agli Esteri Ue. Toto-rimpasto (e occhio alle delusioni)

Renzi candida Mogherini agli Esteri Ue. Toto-rimpasto (e occhio alle delusioni)

ROMA – Renzi candida Mogherini agli Esteri Ue. Toto-rimpasto (e occhio alle delusioni). Sulle nomine per la nuova Commissione Europea si giocano le ultime carte, dopo una intesa di massima su una gestione più flessibile dei capitoli economico-finanziari avallata dalle aperture di Angela Merkel. Matteo Renzi puntava su una Commissione pesante di tipo economico, tanto più che Padoan guiderà i ministri economici durante il semestre europeo a guida italiana (dal 1 luglio). Aveva provato anche a confutare il sillogismo per cui con Mario Draghi alla Bce non poteva sperare di più. Alla fine s’è dovuto inchinare all’evidenza: il Paese con il maggior debito d’Europa non può intestarsi la politica economica. Per questo ora punta dritto al prestigioso incarico di cui oggi è titolare l’inglese Lady Catherine Ashton.

L’Alto Rappresentante è il ministro degli Esteri dell’Europa. Per Renzi esiste un candidato unico, l’attuale inquilino della Farnesina, Federica Mogherini: fra l’altro è lei che ha trattato, per conto del Pd, l’ammissione al gruppo dei socialisti europei, con i quali coltiva buone relazioni. Non è la prima volta, però, che un italiano, anche per la fretta e la facilità con cui giornali e uffici stampa danno per sicure le promozioni europee, entra in conclave da papa in pectore per uscirne da semplice cardinale (vittime eccellenti D’Alema e Frattini, vittime della tendenza a risolvere in Europa le controversie di Palazzo).

In ogni caso, con Mogherini (lei non si sbilancia ma non smentisce) già seduta sulla poltrona di Ashton, si è aperta, inevitabile, la partita del toto-rimpasto. Rimpastino circoscritto agli Affari Esteri, anche se Renzi spera ancora in un incarico di prestigio in Europa per il suo ministro meno in sintonia con il suo stile di governo, Pier Carlo Padoan. In ogni caso, per la Farnesina i papabili sono due. Roberta Pinotti, prima donna a guidare il Ministero della Difesa, finora è stata apprezzata e non ha fatto danni. In più libererebbe una casella, utile anche per soddisfare gli appetiti di una maggioranza in crescita permanente.

L’altro nome è quello di Marta Dassù, direttrice della rivista di geopolitica Aspenia, descritta come vicina a D’Alema, e soprattutto ex vice ministro agli Esteri con Sant’Agata Terzi e con Emma Boninocon delega “alla politica estera e di sicurezza comune e alla politica europea di sicurezza e difesa”. Laddove, la sicurezza, non riguarda solo quella militare (Dassù è attualmente nel board di Finmeccanica) ma anche quella delle politiche di contenimento e razionalizzazione dei flussi migratori, tema cruciale in Italia, avamposto europeo della cosiddetta invasione di clandestini.