Renzi e Vespa a piedi al Santuario: nessuno vince la scommessa sui debiti Pa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Settembre 2014 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Renzi e Vespa a piedi al Santuario: nessuno vince la scommessa sui debiti Pa

Renzi e Vespa a piedi al Santuario: nessuno vince la scommessa sui debiti Pa

ROMA – Renzi e Vespa a piedi al Santuario: nessuno vince la scommessa sui debiti Pa. L’annuncio l’ha fatto Bruno Vespa in una nota: “Prima di partire per gli Stati Uniti Matteo Renzi ha accettato sportivamente di salire con me e altre persone in data da destinarsi al santuario di Monte Senario. Entrambi siamo infatti convinti di aver vinto la scommessa lanciata a Porta a porta il 13 marzo scorso quando il presidente del Consiglio assicurò che entro il 21 settembre, giorno del suo onomastico, il governo avrebbe completato la restituzione alle imprese dei 56 miliardi di debiti maturati dalla pubblica amministrazione entro il 31 dicembre 2013″.

La gita in vetta al Monte Senario, santuario in collina a Nord di Firenze, località Vaglia, si preannuncia affollata. Ad accompagnare Matteo RenziBruno Vespa, nel pellegrinaggio di oltre 20 km dal capoluogo toscano, dovrebbero esserci anche il titolare del Tesoro Pier Carlo Padoan, il presidente degli industriali Giorgio Squinzi, quello delle Pmi di Rete Imprese Italia Giorgio Merletti e Franco Bassanini, alla presidenza di Cdp.

Unico comun denominatore: i debiti commerciali dell’amministrazione pubblica nei confronti delle imprese, tema sul quale non si placano le polemiche e continuano a fioccare le cifre più varie sullo stock totale, quello pagato e lo stock da pagare. A far partire gli inviti è stato Vespa dopo aver ‘strappato’ – all’indomani di San Matteo, 21 settembre – la promessa a Renzi che sarebbe sportivamente salito sul Monte Senario: “Entrambi siamo convinti di aver vinto la scommessa” ha detto Vespa.

Diversamente da quanto sostenuto ieri dal premier – ”i soldi ci sono, quindi il 21 settembre l’impegno a pagare i debiti 2013 è mantenuto”, scommessa vinta – a snocciolare cifre sui miliardi mancanti per onorare il debito sono in molti. Senza allentamento del Patto di stabilità l’edilizia è tagliata fuori dal piano di pagamenti dei debiti della P.a, sostiene il presidente dei costruttori Paolo Buzzetti. “Il Governo riconosce che i pagamenti degli investimenti sono bloccati dal rispetto del 3% sul deficit ma non indica ancora come intende procedere per risolvere anche questa parte del problema”, dice Buzzetti riferendosi alla nota di palazzo Chigi ieri nella quale si precisa che “gli unici non pagabili al momento sono” 2 e 3 mld, che rischiano di farci sforare il 3%”.

Il patto di stabilità interno va superato perchè in contrasto con la direttiva Ue sui pagamenti, dice l’eurodeputato Antonio Tajani secondo il quale ai 60 miliardi ancora da saldare (”30 già stanziati, altri 30 ancora da stanziare”), dal 1 gennaio 2013 si sono accumulati, considerando mora e interessi, altri 8-10 miliardi di ulteriori debiti”. “Tutti i debiti sono potenzialmente pagabili” ha risposto il sottosegretario Graziano Delrio secondo il quale alla fine quelli “reali” saranno “presumibilmente” 55-60 miliardi. Oltre alla ”cortina fumogena” sul debito accumulato, secondo la definizione di Tajani, neppure le imprese concordano sulle cifre: per la Confartigianato mancano all’appello 21,4 mld su uno stock di 47,5 mld stanziati.

Per la Cgia di Mestre, il ‘buffo’ è più alto, 35 mld. Stock complessivo invariato, pari cioè a 73,5 miliardi, secondo Impresalavoro. ”Il sito Mef non è aggiornato perché i numeri dimostrano che la promessa non è stata mantenuta?” si chiede Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera. ”Pellegrinaggio a Monte Senario? a Lourdes sarebbe meglio – scuote la testa Merletti – ma se il governo da l’ok alla compensazione diretta tra i crediti vantati e tasse, ci vado due volte di fila”.