Renzi, stipendi manager pubblici max 238mila euro. E 10% legato al Pil

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2014 - 11:03 OLTRE 6 MESI FA
Renzi, stipendi manager pubblici max 238mila euro. E 10% legato al Pil

Renzi, stipendi manager pubblici max 238mila euro. E 10% legato al Pil

ROMA – Renzi, stipendi manager pubblici max 238mila euro. E 10% legato al Pil. A proposito della sforbiciata agli stipendi dei dirigenti pubblici: “Non è possibile – ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi – che un manager prenda un premio massimo se il Paese va a rotoli”. Per questo, un po’ come succede (dovrebbe) nel privato, ha proposto che il 10% di parte variabile della remunerazione, quella relativa ai risultati, debba essere legata  all’andamento generale dei conti pubblici.

Se vanno male, è il principio, non c’è da corrispondere alcun premio. Resta da definire quali parametri, quali indicatori debbano prevalere nella definizione del buon andamento o meno della cosa pubblica. Il ventaglio di opzioni possibili comprende il Pil (la stima del prodotto interno lordo): il più o il meno davanti alla cifra deciderà se il premio è meritato o no. Oppure potrebbero essere considerati il tasso di disoccupazione o le classifiche stilate dall’Ocse.

Tetto massimo 238mila euro. I manager pubblici prenderanno di stipendio al massimo 238mila euro, ossia quanto guadagna Giorgio Napolitano.

238.000 euro per chi lavora nel pubblico è più che sufficiente, è un elemento di limite che ci vuole, in questi anni si è totalmente sforato – ha detto al termine del Cdm presentando il taglio degli stipendi dei manager – Tantissime realtà aziendali e legate alla Pa erano al di sopra di questa cifra: non riguarda le società quotate, ma tutte le nomine che deve fare palazzo Chigi. Non possiamo nominare persone che guadagnino più di quelle cifre lì. E’ importante il valore culturale dell’operazione. L’idea è che lo Stato si liberi degli eccessi. Se il manager dell’Asl smette di andare in auto blu campa lo stesso.

Il Def prevede una lunga serie di tagli, come si legge nella bozza: la revisione della spesa pubblica attraverso la spending review porterà a 6 miliardi di risparmi nel 2014, a 17 nel 2015 e a 32 nel 2016. Le misure promesse da Renzi, come gli 80 euro in busta paga, secondo la bozza Def non peseranno sul rapporto deficit/Pil. Il rapporto deficit-pil si attesterà quest’anno al 2,6% (era al 3% nel 2013), scendendo ulteriormente al 2% nel 2015.

La direttiva del Tesoro prevedeva una divisione in fasce per i manager delle società pubbliche, con un tetto massimo per Anas e Invimit di 311 mila euro. Poi uno più basso per Consap, Consip, Enav e altre partecipate, fissato a 249 mila euro e, infine, un limite di terza fascia per controllate come Italia Lavoro o Studiare Sviluppo fissato a 155 mila euro. Il punto è che, almeno stando alle parole di Renzi, i nuovi tetti dovrebbero applicarsi anche a società per ora rimaste fuori dai vincoli, come le Ferrovie e la Cassa Depositi e Prestiti. Aziende che si erano salvate dal primo taglia-stipendi perché avevano emesso obbligazioni quotate in Borsa. Le società di Piazza Affari, invece, rimarranno escluse dai limiti. (Andrea Bassi, Il Messaggero)