Rider assunti a tempo indeterminato: a Firenze il primo caso in Italia

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 11 Maggio 2019 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA
Rider assunti con contratto a tempo indeterminato: a Firenze il primo caso in Italia

Rider assunti a tempo indeterminato: a Firenze il primo caso in Italia (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Rider assunti a tempo indeterminato: il primo caso in Italia è avvenuto a Firenze, secondo i dettami del contratto nazionale della logistica, dunque con diritti e tutele riconosciuti, dal punto di vista normativo ed economico. Ferie, malattia ed una paga che non è legata alle consegne fatte ma si basa sulle ore effettivamente lavorate.

E’ l’accordo pilota per i lavoratori che portano il cibo a domicilio, in bici o scooter, siglato a Firenze da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti territoriali con l’azienda di food delivery “Laconsegna Srl”, realtà con base nel fiorentino attiva da due mesi.

Soddisfatti i sindacati: è il “primo accordo in Italia che disciplina il lavoro subordinato” per i rider. Al di là di una legge, con la contrattazione. L’azienda in questione conta una ventina di ciclo-fattorini a Firenze, ma nelle prossime settimane si dovrebbe arrivare, nei piani della società e dei sindacati, a 200 assunti a tempo indeterminato. Nel frattempo è già stata costituita la prima Rsa aziendale.

Lavoratori subordinati per i quali si stabilisce per la prima volta che “hanno diritto all’applicazione del contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni, al pagamento delle ore effettivamente lavorate, e non in base alle consegne, alla retribuzione mensile, al riconoscimento di tutti i diritti e tutele che il contratto nazionale attribuisce a tutti i lavoratori del settore”. E, aggiungono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, si stabilisce che il rischio d’impresa “non sia a carico dei lavoratori, bensì dell’impresa stessa”. Ora, dicono quindi i sindacati, bisogna avanti per estendere questo accordo.

“Ci auguriamo – afferma il segretario nazionale della Filt-Cgil Michele De Rose – che faccia da apripista ad altri accordi territoriali per far emergere forme di lavoro irregolare e affermare, superando sfruttamento e cottimo e senza ricorrere ad interventi legislativi, la qualità del lavoro con la sicurezza ed i diritti, proteggendo e valorizzando il lavoro dei rider nell’era della gig economy”. (Fonte Ansa).