Rifiuti. Tares rinviata, “monnezza” per strada: l’ultimo regalo dei partiti

Pubblicato il 12 Marzo 2013 - 11:33| Aggiornato il 23 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Rifiuti: con il rinvio della nuova imposta Tares a luglio, è a rischio la raccolta rifiuti che è destinata a “un’interruzione in tutta Italia già nelle prossime settimane”. La denuncia di Federambiente e Fis-Assoambiente è stata inviata al ministero dell’Interno Cancellieri, sollecitata a intervenire per decreto per scongiurare una emergenza che avrebbe “conseguenze di ordine pubblico” oltre che “igieniche, ambientali e sociali”.

Il problema è enorme e di facile lettura: con il doppio rinvio “elettorale” a luglio della prima rata della tassa, tutte le imprese della filiera dei servizi di igiene urbana, dovranno lavorare gratis per più della metà dell’anno, considerando che i primi incassi effettivi non arriveranno prima di settembre. Ora, con il credit crunch bancario e la difficoltà a ottenere prestiti a tassi “umani”, questa situazione minaccia ancor di più la stessa sopravvivenza delle aziende coinvolte.

Questo debito della Pubblica Amministrazione va  fra l’altro ad aggiungersi ai 150 miliardi di crediti (è la cifra effettiva rispetto ai 71 mld ufficiali) che le imprese non riescono ad ottenere da uno Stato inadempiente. Il rinvio della Tares non ha giustificazioni se non con il calcolo elettorale del Parlamento che prima ha fatto rinviare ad aprile la prima rata per la concomitanza delle elezioni politiche, poi addirittura spostata a luglio a causa delle amministrative di maggio.

L’alternativa potrebbe essere il rinvio del lancio della Tares al prossimo anno, accontentandoci per quest’anno di ripristinare le vecchie Tarsu o Tia, come sostenuto dal sottosegretario all’Economia Polillo: il problema è trovare il miliardo che è già stato “tagliato” dalla disponibilità dei fondi dei Comuni.