Lavoro, i mercati sentono puzza di nulla di fatto. E lo spread schizza

Pubblicato il 23 Marzo 2012 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA

Piazza Affari (Foto LaPresse)

ROMA – A metà mattinata di venerdì lo spread tra Btp e Bund tedesco era risalito fino a 330 punti. Non siamo ai livelli d’allarme rosso precedenti l’arrivo di Monti e che con la riforma delle pensioni avevano imboccato decisi la discesa. I mercati sanno contare sulla base dei fatti, non degli annunci o delle petizioni di principio. E se la riforma del Lavoro firmata Monti-Fornero è attesa al palo del Parlamento, le Borse capiscono che quel che ne uscirà sarà qualcosa di ben diverso. Sempre che qualcosa ne esca. E così fanno sentire la loro voce: lo spread che risale è un segnale preciso se non di sfiducia di massima attenzione, il paese, in fin dei conti resta quello del debito pubblico che nessuno sarebbe in grado di accollarsi come nel caso greco.

Quaranta punti di differenza in pochi giorni non è un nulla. L’aumento del differenziale tra Buoni del tesoro decennali e omologhi Bund tedeschi è direttamente proporzionale alla perdita di potere decisionale del governo sulla riforma.

Tanto più che tutti chiedono e sottolineano che in Parlamento le nuove norme sul Lavoro saranno oggetto di dibattito e di revisione, da ultimo il presidente Giorgio Napolitano, tanto più i mercati limitano la fiducia.

Napolitano cerca di placare gli animi nazionali assicurando che “Ci sarà una discussione in Parlamento. Non credo che noi stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell’articolo 18”.

Ma se queste parole possono rassicurare il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ottengono l’effetto opposto fuori dai confini, con ripercussioni a Piazza Affari, e non solo. Con l’attività delle imprese di Eurolandia che peggiora e la Cina che rallenta, torna le tensione sul debito periferico europeo. Le incertezze sui conti spagnoli hanno alzato il rendimento dei decennali spagnoli sopra il 5,5 per cento, mentre lo spread Btp-Bund si è allargato.

Il presidente Napolitano cerca di evitare una crepa politica e sociale, apre alle modifiche, indirettamente plaude al fatto che per la riforma non sia stata scelta la forma del decreto legge o della legge delega, che avrebbe lasciato mano libera al governo, ma quella del tradizionale disegno di legge. I mercati, però, sanno come procede l’iter dei disegni di leggi italiani. E la loro sfiducia torna a crescere ben sopra quota 300.