Ripresa (stentata) in Europa? Aiuto elettorale a Merkel, ma la Germania ci tira

Pubblicato il 16 Agosto 2013 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA
Ripresa (stentata) in Euopa? Aiuto elettorale a Merkel, ma la Germania ci tira

Angela Merkel: la ripresina può aiutare alle elezioni e l’ottimismo è un po’ pompato

L’ economia in Europa sembra in ripresa, anzi in ripresina, ma non c’è molto di che esaltarsi, per ora, perché tirano Germania e Francia, in Italia continuiamo a andar male, un po’ meno male ma sempre male.

C’è stata crescita, anche se solo del +0,3%, del prodotto interno lordo nella media dei 17 Paesi della Eurozona, per la prima volta dopo 18 mesi, nel trimestre aprile-giugno del 2013. Ma, come in tutte le medie, c’è chi sta sopra: Germania che fa +0,7% Francia, che fa +0,5% (il Portogallo ha registrato +1,1% ma non conta, dipende dalla Pasqua, che è stata molto presto); e c’è chi sta sotto, come l’ Italia: -0,2% (ma meglio del -0,6% di gennaio-marzo) e la Spagna: -0,1%.

Sono dati che puzzano di tarocco: la crescita c’è se si confronta il secondo trimestre del 2013 con il primo, ma, scrive Luigi Offeddu sul Corriere della Sera,

 “se il secondo trimestre di quest’anno viene paragonato al secondo dell’anno scorso si scopre un Pil in flessione dello 0,7%”,

altro che +0,3.

Ma in Germania si avvicinano le elezioni e un dato positivo aiuta la campagna di Angela Merkel e può far dimenticare i devastanti effetti della follia della austerità che ci ha inflitto. Siamo andati in crisi noi, ma i prodotti che compriamo vengono anche dalla Germania e alla fine anche la Gemania  entrata in crisi.

Avverte il Wall Street Journal, si tratta di una ripresa “modesta”, con cui non si va lontano nella soluzione dei problemi strutturali dell’ Europa: debito pubblico che continua a aumentare, masse di disoccupati, banche sempre in difficoltà e instabilità politica.

Il rischio è che ora i Governi di tutta Europa si considerino arrivati e cedano al compiacimento di meriti che nemmeno hanno.

Olli Rehn, il commissario europeo agli affari economici, conferma:

“Non c’è spazio per dichiarazioni autolaudatorie che suggeriscano “la crisi è finita”. La strada è ancora lunga”.

Quanto all’Italia, Olli Rehn, fa sapere, deve rispettare come tutti le raccomandazioni Ue di giugno:

“Spostamento del peso delle tasse dal lavoro ai consumi, al capitale e alle proprietà immobiliari e ridurre le esenzioni e le aliquote ridotte Iva e abbassare le imposte dirette”.

In queste parole, che sono uguali ad altre del passato, si deve ricordare, non c’è il pensiero delle autorità europee, quanto del Governo Italiano che le suggerisce e che Olli Rehn ha vergogna di dire e affida a portavoci. A riprova, si ricorda ancora che due anni fa dall’Europa dicevano altre cose, eco dei desideri del Governo Berlusconi in carica all’epoca. Ora il Governo Letta è molto affascinato dal culto della patrimoniale, inventata da Berlusconi per terrorizzare gli elettori e distrarli al tempo di Ruby, ma che alla fine è diventata una linea guida del  Governo Monti con la Imu.

In ogni caso è troppo presto per cantare vittoria, come esordisce Riccardo Sorrentino sul Sole 24 Ore: il risultato è frutto di

“fattori unici, forse irripetibili. L’estate potrebbe segnalare un rallentamento, anche se non necessariamente un nuovo tuffo sotto zero. Se il terzo trimestre dovesse risultare meno brillante, insomma, non ci sarebbe da meravigliarsi”.

Da cosa sia stata data la ripresa on è molto chiaro:

“In Francia è molto legata, per esempio, a consumi e investimenti pubblici, anche se la domanda delle famiglie è comunque aumentata (in parte a causa di temperature più basse della media stagionale) mentre gli investimenti continuano a contrarsi, compresi – e rapidamente – quelli in abitazioni. In Germania, dove la crescita sembra ad ampio spettro perché coinvolge tutti i motori dell’economia, non secondario è stato il rimbalzo di spese e investimenti che erano rimaste deboli in inverno a causa del cattivo tempo. Un riferimento, questo, molto probabilmente, alle costruzioni”.

“Ovunque il commercio estero ha fatto da traino alla crescita: in Germania, in Francia, in Portogallo, persino in Spagna.

“In Germania, dove l’aumento dei salari superiore all’inflazione ha aiutato i consumi privati, il segnale più incoraggiante è la ripresa degli investimenti, che ha sostenuto anche un incremento degli ordini di beni capitali e che quindi si proietta nel futuro. È un buon auspicio, che sembra coinvolgere anche altri Paesi: in Germania molte commesse all’export provengono da altre economie europee”,

Italia in testa. Qui è basata buona parte delle nostre speranze: in Germania è già in atto

“una ripresa degli investimenti. La ripresa degli acquisti di beni capitali è innegabile, ed è emerso anche nei dati sugli ordini alle imprese, che si proiettano nel futuro. La ripresa tedesca è dunque “ad ampio raggio”: servono conferme, ma anche la sua qualità sembra buona.

“Il terzo trimestre potrebbe non essere così robusto come il secondo; e così il quarto. Tutti però sottolineano quanto il buon andamento del mercato del lavoro, che ha retto all’urto della crisi anche grazie a un buon sistema di ammortizzatori sociali e alle assunzioni degli enti locali, contribuisca a mantenere rosee le prospettive”.

Così sarebbe anche in Italia, se il fattore B. la anomalia Berlusconi in tutti i sensi, anche quelli di una propaganda negativa esasperata, non avesse fatto perdere di vista questo elemento strutturale della nostra economia. Aggiungeteci un anno di Governo Monti e il disastro è garantito.

Ecco comunque l’opinione di due analisti. Oliver Rakau di Deutsche Bank:

“La ripresa sta prendendo piede. Si prevede un graduale aumento degli investimenti, la componente cruciale in ogni recessione e ogni ripresa”.

Aline Schuiling di Abn Amro :

“La Germania sarà la star della zona euro, quest’anno e il prossimo, e la forza della sua economia domestica dovrebbe aiutare altri Paesi dell’area a uscire dalla recessione quest’anno”.