Rischio Italia nella clausola a prestito Daimler: “Pagabile in € o altra moneta”

Pubblicato il 19 Febbraio 2013 - 09:54| Aggiornato il 14 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Pagheremo cedole e capitale nella valuta che avrà corso legale in Italia“. Come a dire: in Italia non è sicuro che ci sarà ancora l’euro. La situazione di rischio dell’economia italiana agli occhi degli investitori stranieri è in queste poche parole di una clausola di un prestito obbligazionario tedesco che scade il 21 agosto del 2015.

L’obbligazione societaria in questione è stata emessa da Mercedes-Daimler. Questo bond, a cui Moody’s ha assegnato il pregevole rating di A3, è protetto dalla garanzia di poter essere ripagato non solo in euro, ma nella moneta che circolerà in Italia allo scadere del pagamento. Quindi, eventualmente, anche la lira, o altro.

Quella che potrebbe sembrare una formalità è invece una questione di sostanza, come sottolinea il Corriere della Sera.

Il minibond in questione è arrivato sul mercato italiano lo scorso 12 febbraio. Si tratta di un’obbligazione da 150 milioni di euro interamente destinata al mercato italiano, anche se la quotazione avverrà a Vienna. Questo prestito obbligazionario, il cui taglio minimo è da 100mila euro, è stato collocato attraverso la banca francese Bnp Paribas. 

Al di là del contenuto stesso dei questo prestito, dei suoi 150 milioni di euro, quel che va notato è lo sguardo sfiduciato sull’Italia. Come quello sintetizzato dallo spread. Non un semplice numero insignificante, come qualcuno, anche tra i candidati alle prossime elezioni, vuol far credere. Ma un dato economico che sintetizza la solidità del sistema Italia. E che, se alto ma non troppo come ultimamente (intorno a quota 280 punti base), ci costa  tra i 70 e gli 80 miliardi di soli interessi agli investitori che ci prestano soldi.