Robin tax, 144 aziende l’hanno fatta pagare ai contribuenti

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Gennaio 2014 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA
Robin Tax

Robin Tax, 144 aziende l’hanno fatta pagare ai contribuenti

ROMA – La Robin Tax in realtà l’hanno pagata i contribuenti. Nel 2011 è possibile che 144 società energetiche abbiano traslato in bolletta, violando la legge, la tassa o parte di essa. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Autorità per l’energia, secondo la quale potrebbero essere stati riversati sui clienti fino a 508 milioni di tassa. Per l’intero 2010 i sospetti sono su 73 società, per un massimo di 42,3 milioni.

Nel biennio 2011-2012 la maggiorazione Ires sulle aziende energetiche introdotta con la Robin Hood Tax ha determinato un gettito stimato di oltre 2,8 miliardi di euro, dei quali 2,4 da imprese del settore elettrico e del gas e circa 400 milioni da società petrolifere.

Dal rapporto, che si intitola “Relazione annuale sull’attività di vigilanza svolta nel 2013 dall’Autorità per l’energia sul divieto di traslazione della maggiorazione Ires sui prezzi al consumo”, emerge che nel 2011 il gettito è stato pari a 1,48 miliardi, mentre nel 2012 è ammontato a 1,34 miliardi.

Le varie normative che riguardano la Robin Tax, fin dalla prima legge del 2008 che la introdusse, prevedono l’esplicito divieto per le società di “traslare” la tassa in bolletta. In sostanza le aziende non possono rivalersi sui clienti facendo pagare loro la tassa “nascondendola” in qualche modo nelle varie voci del conto.

Proprio per evitare che questo accada l’Autorità è chiamata al controllo, ma non dispone di poteri sanzionatori: il suo intervento, in sostanza, ha portata solo conoscitiva e referente nei confronti del Parlamento. Il potere sanzionatorio è, di fatto, circoscritto alle violazioni della propria regolazione, ad esempio sull’obbligo di fornire la documentazione: quindi, nei casi in cui le imprese non abbiano adempiuto agli obblighi informativi nei termini previsti, l’Autorità intima formalmente ad adempiere con apposito provvedimento. Nel 2013, a seguito delle intimazioni ad adempiere, l’Autorità ha avviato 17 procedimenti sanzionatori nei confronti di 13 società del settore petrolifero e di quattro del settore energia elettrica e gas.

Il monitoraggio svolto dall’ente regolatore per il triennio 2010-2012 ha comunque evidenziato ancora una volta che “una parte dei soggetti vigilati ha adottato politiche di prezzo che generano un incremento dei margini non sufficientemente motivato”. In particolare, per l’esercizio 2010, la Direzione Osservatorio, Vigilanza e Controlli dell’Autorità – in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza – ha inviato richieste di motivazioni a 87 società che presentavano indizi di traslazione; di queste, 14 hanno fornito risposte esaustive, mentre nei confronti delle altre 73 sono previsti ulteriori approfondimenti. L’addizionale Ires corrisposta da queste 73 società per il 2010 è di 42,3 milioni di euro (su un totale di 527 milioni di euro) e rappresenta l’entità massima di una possibile traslazione. Per l’esercizio 2011, su 401 soggetti vigilati, è stata riscontrata una variazione positiva in 144 casi e l’addizionale Ires dovuta da questi operatori ammonta a circa 508 milioni di euro (su un totale di 1.482 milioni di euro), dei quali 146 milioni sono relativi al settore petrolifero e 362 a quello dell’energia elettrica e gas.

Ai soggetti che presentano maggiori indizi di traslazione, assicura l’Autorità, stanno per essere trasmesse specifiche richieste di motivazione per svolgere gli ulteriori approfondimenti necessari a individuare i casi di possibili condotte traslative.

Dall’analisi emerge anche la progressiva diminuzione, a seguito di diversi interventi normativi, del numero di operatori vigilati: dai 552 del 2009 si è passati ai 386 nel 2012, mentre dall’esercizio 2013 la legge ha previsto accertamenti a campione sulle imprese con fatturato superiore a 482 milioni di euro (la cosiddetta ‘soglia antitrust’), confermando però il divieto di traslazione per tutti i soggetti coinvolti dalla maggiorazione Ires. In precedenza, con il cosiddetto “decreto del fare”, era stato anche ampliato il numero dei soggetti sottoposti all’applicazione della Robin Hood Tax, ipotizzando un incremento del gettito fiscale per il 2015 e il 2016.