Roubini: “Se vince Beppe Grillo la Bce i soldi non ce li mette più”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Maggio 2014 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
Roubini: "Se vince Beppe Grillo la Bce i soldi non ce li mette più"

Roubini: “Se vince Beppe Grillo la Bce i soldi non ce li mette più”

ROMA – Roubini: “Se vince Beppe Grillo la Bce i soldi non ce li mette più”. Secondo il Nobel dell’Economia Nouriel Roubini, un’affermazione di Beppe Grillo il 25 maggio pregiudicherebbe la continuità dell’azione Bce nel contenimento dei tassi, minaccerebbe la stessa tenuta dell’euro, lasciando lo spread senza il paracadute dell’acquisto massiccio dei titoli di Stato dei paesi in emergenza, Italia in testa. Se Beppe Grillo dovesse vincere o anche arrivare secondo a poca distanza drenando i voti in uscita da Berlusconi, il Governo Renzi potrebbe non reggere l’urto.

Ma l’effetto più grave, combinato all’instabilità politica, inciderebbe sulla politica della Bce che i soldi con cui ha tenuto a freno lo spread e i rendimenti dei titoli di Stato non ce li metterebbe più. Perché l’interlocutore, il vittorioso Grillo, non sarebbe affidabile sul mantenimento degli impegni assunti a livello europeo, visto che continua a minacciare un referendum per uscire dalla moneta unica. L’aumento dello spread degli ultimi giorni è solo un assaggio di quel che potrebbe accadere.

Parliamoci chiaro: perché Francoforte dovrebbe gettare una ciambella di salvataggio a un governo che considera le procedure per deficit eccessivo come una barzelletta? È probabile che se Grillo vincerà, lo spread salirà ancora. Il balzo in sei giorni da 150 a 180 con l’aumento dei tassi dei Btp dal 2,9 al 3,2%, non è accaduto a caso: c’è stata è vero la sorpresa negativa del calo del Pil, ci sono stati i peggioramenti di opinione di alcune istituzioni finanziarie sui fattori di rischio italiani e spagnoli, ma c’è soprattutto la crescita di Grillo. Una vittoria del M5s metterebbe in grave difficoltà la tenuta del governo. Non escluderei che Renzi, in situazioni estreme, potrebbe arrivare a dimettersi. (Nuriel Roubini, intervistato da Eugenio Ocorsio su Repubblica)