Russia in crisi non paga lavoratori, scioperi ovunque: It’s the economy, Putin

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2015 - 06:36 OLTRE 6 MESI FA
Russia in crisi non paga lavoratori, scioperi ovunque: It's the economy, Putin

New York Times

MOSCA – La Russia sciopera: dal mondo del lavoro arriva un segnale a Putin. Nell’estremo oriente incrociano le braccia gli insegnanti, nella Russia centrale i dipendenti di una fabbrica metallurgica, a San Pietroburgo i metalmeccanici. E in un cantiere in una zona remota della Siberia i lavoratori hanno scritto i loro slogan di protesta con la vernice bianca sul tetto dei container dove dormono: “Caro Putin, sono quattro mesi che non ci pagano“.

Dopo mesi di frustrazioni per una situazione economica che sta precipitando sotto il peso delle sanzioni internazionali e per il crollo dei prezzi dell’energia, Putin deve affrontare per la prima volta la protesta non degli attivisti per i diritti umani e le libertà di espressione, ma dei lavoratori. Un avversario più difficile da combattere: non basteranno gli arresti di massa e il clima di paura che si crea intorno ai sistematici omicidi degli oppositori (l’ultimo in ordine di tempo, Boris Nemtsov).

Succede che le aziende in Russia cercano di evitare i licenziamenti nei periodi di recessione, perché non vogliono affrontare il pagamento delle liquidazioni e perché temono la collera delle autorità, che in tutte le regioni cercano di occultare i dati allarmanti sulla disoccupazione nei loro territori. Così c’è un esercito di dipendenti e operai che non risulta disoccupato, va a lavorare ma non viene pagato. Per mesi.

Le buste paga non incassate dai lavoratori sono schizzate ad Aprile da un miliardo a 2,9 miliardi di rubli (50 milioni di euro). Cifre che potrebbero spiegare un’esplosione di malcontento finora tenuto a bada con l’oppio della “riconquista della Crimea”, cioè della guerra di bassa intensità in Ucraina.

E se Putin dichiara che l’economia russa è ammaccata dalla crisi, ma stabile, e che il peggio è passato, il primo ministro Medvedev è stato costretto ad ammettere che le sanzioni imposte dalla comunità internazionale in seguito all’avventura ucraina hanno prodotto un danno “significativo” all’economia. Sempre Medvedev ha detto che il combinato disposto di sanzioni e crollo dei prezzi del petrolio hanno “ammaccato” la Russia facendole perdere 25 miliardi di euro. Quindi: – 2 per cento di Pil nel primo trimestre del 2015 e scioperi dal Mar Baltico all’Oceano Pacifico. Winter is coming, Vladimir.