San Marino, il decreto incentivi richiama in Italia la prima azienda

Pubblicato il 30 Giugno 2010 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA

San Marino

L’azienda farmaceutica Difass di Dogana lascia la Repubblica di San Marino: in questo modo vuole evitare gli effetti negativi del decreto incentivi che da domani obbligherà le ditte che fatturano più di 5 mila euro con le società sammarinesi a darne comunicazione all’agenzia delle entrate.

La Difass, attiva da 10 anni nella ricerca e nello sviluppo farmaceutico, ha ceduto l’attività ad alcuni imprenditori della provincia di Rimini. Ne dà’ notizia la Federazione Industria della Csu (Centrale sindacale unitaria di San Marino) che ha firmato un ‘accordo ponte’ per il trasloco di 21 dipendenti, di cui 13 lavoratori sammarinesi.

”Tanto tuonò, che piovve”, è il commento dei segretari industria Enzo Merlini (CsdL) e Giorgio Felici (Cdls). ”La decisione della Difass di abbandonare San Marino è legata al decreto incentivi, e purtroppo rischia di essere la prima di una lunga serie. L’imperativo è uno solo: uscire dalla black-list” italiana.

”L’accordo che abbiamo sottoscritto – spiegano Merlini e Felici – prevede che tutti i 21 lavoratori che saranno assunti nelle sedi italiane mantengano la mobilità, questo per facilitare l’eventuale rientro occupazionale nella Repubblica. Nel frattempo abbiamo incalzato il segretario al Lavoro perché in regime di black-list si apriranno questioni occupazionali e normative completamente inedite, che vanno affrontati con un provvedimento specifico”.

Si assiste ad un nuovo fenomeno – dicono dalla Csu – il frontalierato alla rovescia. ”Sono 13 i sammarinesi che per non perdere il lavoro e mantenere la loro professionalità hanno scelto di essere assunti in Italia. Ma questo significa essere tassati completamente alla fonte, significa cioè un taglio alla busta paga in quanto non possono avere nessun bonus fiscale e le detrazioni previste dalla normativa italiana, come figli a carico o mutui casa”.

”E’ evidente che vanno ricercate anche a livello bilaterale intese che introducano tutele per far fronte al fenomeno del doppio frontalierato. Ad esempio i frontalieri italiani licenziati a San Marino non possono beneficiare degli incentivi-assunzioni previsti in Italia, trovandosi cosi’ nella impossibilita’ di essere ricollocati in entrambi i Paesi”.