Lazio di Storace e Marrazzo, Campania di Bassolino: “stupri” di bilancio

Pubblicato il 20 Luglio 2012 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Bilanci regionali “stuprati” con troppa facilità: personale assunto nonostante il “rosso”, “buchi” sanitari in costante crescita. Così i debiti che aumentavano in maniera spropositata. I successori in qualche modo avrebbero fatto. Mariano Maugeri sul Sole 24 Ore racconta alcune storie emblematiche di gestione “spregiudicata” dei soldi regionali: i casi-simbolo sono il Lazio di Francesco Storace e Piero Marrazzo e la Campania di Antonio Bassolino.

Lazio

Storace lasciò in eredità a Marrazzo un debito sanitario di 10 miliardi, Marrazzo ce ne aggiunse altri. Risultato: la Regione Lazio andò a bussare direttamente allo Stato. E lo Stato diede alla Regione Lazio 2,5 miliardi. Dai soldi dei contribuenti italiani.

Storace governò dal 2000 al 2005: alla fine il debito sanitario era di 10,5 miliardi. Poi arrivò Marrazzo, che in tre anni (prima di essere travolto dallo scandalo trans e costretto alle dimissioni) collezionò, scrive Maugeri, questi numeri: 2 miliardi di debito nel 2006, 1,8 nel 2007, 1,7 nel 2008.

Eppure, ricorda Maugeri, nonostante i conti in rosso, sia Storace che Marrazzo assunsero altre persone per conto della Regione. Una assunzione in due riprese, racconta Maugeri: quelli che Storace aveva preso a tempo determinato, Marrazzo li trasformò in dipendenti a tempo indeterminato. Questa la ricostruzione sul Sole 24 Ore: Storace assume a Lazio Service, una neo partecipata della Regione, 1.170 dipendenti a tempo determinato; Marrazzo mette a capo delle partecipate l’ex segretario del Pds dei Castelli romani, Tonino d’Annibale, e con un piccolo miracolo trasforma tutti i contratti a tempo indeterminato. Ma a che serve Lazio service? A stabilizzare i giovani senza lavoro, rispondono in Regione. D’Annibale, forse per la vicinanza con il Vaticano, fa un secondo miracolo e per il migliaio di dipendenti che non trovano posto nei superaffollati locali della Regione, affitta una parte di una palazzina in via del Serafico da una società implicata in lottizzazione ed edificazione abusiva. Costo? 8,5 milioni l’anno per sei anni.

Campania

Altra vicenda di sprechi raccontata da Maugeri è quella campana: anche qua i conti sono in rosso e la sanità non è esente. Il debito sanitario ammonta a circa 10 miliardi di euro. La Asl di Napoli produce da sola l’80% del debito sanitario di tutta la Campania.

E anche qua, scrive Maugeri, nonostante il debito non la giunta non si faceva troppi scrupoli nello spendere. Secondo Maugeri Bassolino nel 2009 violò l’articolo 119 della Costituzione. Quell’articolo, scrive Maugeri “vieta alle amministrazioni locali di indebitarsi per finanziare la spesa corrente”. E Bassolino “lasciò due miliardi di debiti in più al suo successore. Nessuna sanzione neppure in questo caso”.

Maugeri cita una delle ultime sedute per l’approvazione del bilancio 2009. L’ex assessore al Bilancio, Mariano D’Antonio, ha ricordato cosa chiedevano i consiglieri: “Molte delle richieste di denaro riguardavano finanziamenti da 50-100mila euro per il restauro di chiese”.