Il racket delle bisarche: sassi e incendi per chi non sciopera

Pubblicato il 23 Marzo 2012 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Incendi di automezzi, minacce, aggressioni agli autisti che non scioperano. Con questi metodi di protesta, denunciati da Fiat, lo sciopero delle bisarche sta lentamente trasformandosi in un racket delle bisarche. La Fiat ha diffuso un comunicato. In questi giorni si stanno verificando ”numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce e aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”. Secondo Fiat “le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre un mese. Lunghi e numerosi ritardi nelle consegne del prodotto ai concessionari e ai clienti comportano pesanti conseguenze sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia e all’estero”.

Gli autotrasportatori di vetture portano avanti uno sciopero a oltranza contro le liberalizzazioni, ma anche violente forme di rappresaglia contro chi non prende parte all’agitazione. Come è successo il 16 marzo scorso in provincia di Frosinone. Un rogo doloso ha distrutto un mezzo e il suo carico, dieci vetture, nel parcheggio Varlese a Cassino. Le indagini ora puntano non solo a cercare i responsabili del rogo della bisarca ma anche a capire se vi sia un legame con altri roghi di mezzi simili, ben due nelle scorse settimane, e anche con il lancio di sassi da un cavalcavia avvenuto tra i caselli di San Vittore e Cassino. Il sasso ha colpito un conducente di una bisarca diretta a Livorno. Uno dei due autisti ha riportato contusioni e ferite guaribili in dieci giorni. Prima del lancio dei sassi altri due roghi di bisarche nelle scorse settimane in alcune piazzole di sosta lungo la tratta autostradale Caianello-Anagni, la stessa in cui c’è stato il lancio di sassi dal ponte. Insomma la zona e l’obiettivo fanno pensare che dietro i tre roghi e il lancio di sassi ci sia la stessa mano.

La protesta va avanti da più di un mese ”nella totale assenza di risposte da parte del governo e della committenza” e ”si profila un vero e proprio tracollo del settore: entro aprile tutte le aziende potrebbero assumere decisioni ultimative, sospendendo o trasferendo l’attività con conseguente perdita di 1.200 posti di lavoro”. Lo affermava un comunicato di Trasportounito-Fiap in una nota di qualche giorno fa, spiegando che ”dalla recente assemblea di categoria svoltasi a Cassino sono emerse con un’evidenza che rende doppiamente sconcertante il disinteresse delle istituzioni, le distorsioni di mercato attuate dalla committenza (operatori logistici e primi vettori) che speculano sul settore: a titolo di esempio a chi acquista un’auto ad Avellino (per esempio una Fiat 500) viene applicato un costo di trasporto per 530 euro mentre l’impresa di autotrasporto che effettivamente trasporta l’auto da Fiumicino ad Avellino riceve per quella vettura non più di 17 euro. Di qui la pratica impossibilità di far fronte ai costi di gestione delle imprese”.

”Bisarche Italiane – prosegue la nota – ha anche inviato una diffida ai componenti dell’Osservatorio della Consulta invitandoli a elaborare i costi minimi di sicurezza anche per questo settore, sottolineando l’incongruenza di costi minimi definiti per alcuni settori e negati ad altri. L’azione legale intrapresa da Bisarche Italiane invoca la responsabilità oggettiva dei componenti dell’Osservatorio, attraverso una valutazione del danno economico che, secondo le prime stime, non sarebbe inferiore ai 3 milioni di euro”.