Sciopero congelato. La polizia aspetta il sì di Renzi allo sblocco degli stipendi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2014 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Sciopero congelato. La polizia aspetta il sì di Renzi allo sblocco degli stipendi

Sciopero congelato. La polizia aspetta il sì di Renzi allo sblocco degli stipendi

ROMA – “I toni si sono già placati – scrive Valentina Errante del Messaggero E che si trattasse di una provocazione per il mancato rispetto delle promesse lo dimostra il comunicato congiunto che i sindacati di polizia, forze dell’ordine, vigili del Fuoco, polizia penitenziaria e Cocer interforze diffondono subito dopo il vertice al Viminale.

“Prendiamo atto con favore della disponibilità del premier a un incontro, nessun ricatto da parte nostra, tuteliamo, nonostante le notevoli limitazioni giuridiche a cui siamo sottoposti e nel caso dei militari l’assenza di reali tutele sociali, i diritti del personale rappresentato” è la nota diffusa dalle forze dell’ordine.

NESSUN AUMENTO
La nota congiunta dei sindacati di polizia e del Cocer interforze precisa ancora una volta che non si tratta di aumento né di rinnovo del contratto. Militari e poliziotti hanno una progressione di carriera legata all’anzianità e ai meriti che dal 2010 non prevede però più soldi in busta paga. «Non chiediamo aumento, ma solo il giusto. Nel contesto del pubblico impiego – spiegano – la nostra condizione è oggettivamente diversa». E spiegano: «Non abbiamo richiesto alcun aumento attraverso il rinnovo dei contratti, in considerazione della scelta, non condivisa, di procrastinare tutti i rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici a causa dei problemi di ordine finanziario nonostante la nostra specificità lavorativa, ma la rimozione del tetto salariale. Il tetto salariale – ricordano i sindacati – è quell’infernale meccanismo per cui ciascuno non può guadagnare più di quanto guadagnava nel 2010. Cioè, in sintesi, se una persona è stata promossa, ha assunto nuove funzioni ed è stata trasferita in un’altra città verrà comunque retribuita come nelle mansione inferiore con tagli della retribuzione nell’ordine del 10-20 per cento. Nel nostro mondo – sottolineano sindacati di polizia e Cocer – le tempistiche e le procedure di promozione sono fissate dalla legge, non esiste alcuna contrattazione integrativa che le possa influenzare».
IL DEF
E’ sempre la stessa nota a sottolineare che il superamento del tetto salariale era già previsto dal Def di giugno: «Se non verrà rimosso vorrà dire che saranno state adottate scelte politiche diverse, destinando quelle risorse ad altri scopi. È evidente – sottolineano le organizzazioni – la contraddizione fra l’asserita volontà di premiare il merito e il permanere del tetto salariale, che penalizza i più meritevoli e quelli che lavorano di più». In effetti il Def recuperava una parte del miliardo e 300milioni di euro necessari per sbloccare il tetto salariale dalla diminuzione del personale, nettamente inferiore rispetto al 2010. Un’altra parte, secondo le previsioni del governo, deve essere recuperato dall’indennità, prevista in busta paga, per il mancato rinnovo del contratto, per tutti gli operatori delle forze di polizia.