Linate e Malpensa in sciopero contro la privatizzazione di Sea

Pubblicato il 21 Giugno 2012 - 20:56 OLTRE 6 MESI FA

Giuliano Pisapia (Foto LaPresse)

MILANO – Gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa scioperano contro la privatizzazione di Sea: si prevedono disagi per venerdì 21 giugno. Lo sciopero dei lavoratori dei due aeroporti avviene nel giorno in cui anche gli altri mezzi di trasporto pubblici incrociano le braccia: metropolitane, autobus, aerei e traghetti sono a rischio in tutta Italia.

Rischiano di non poter partire sia i passeggeri dei voli nazionali sia quelli dei voli internazionali, perché potrebbero scioperare anche tutti gli addetti all’assistenza e al carico e scarico dei bagagli. A rischio anche le partenze per le mete turistiche.

L’agitazione nei due scali milanesi è stata indetta da tutti i principali sindacati (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil) e dalle sigle autonome. I lavoratori, in tutto circa 5mila, scioperano contro la privatizzazione della Sea, la società che controlla i due scali aeroportuali. Il suo azionista principale, cioè il Comune di Milano, ha deciso di vendere il 50% delle azioni.

I sindacati cercano di far cambiare idea al Comune. Temono che con la privatizzazione possano essere licenziati dei dipendenti.

Ma per Palazzo Marino la vendita del 50,1% delle azioni Sea è inevitabile per trovare soldi per le casse del conto capitale, cioè le risorse destinate agli investimenti. In particolare questi soldi servono per comprare i nuovi treni per la metropolitana. Il Comune ha anche detto che la quota che resterà pubblica, cioè il 19% circa, verrà usata per la tutela dei lavoratori. La giunta Pisapia ha anche proposto un referendum confermativo sulla privatizzazione di Sea: entro la fine del 2012 il sindaco vorrebbe che i milanesi esprimessero il loro parere a riguardo.

Nei giorni scorsi il sindaco Giuliano Pisapia aveva detto di voler scegliere la strada di un bando internazionale per la vendita del 50,01% delle azioni. Entro luglio l’assessore al Bilancio di Milano Bruno Tabacci comunicherà l’apertura del bando, aperto fino all’inizio del 2013 per consentire a più fondi internazionali di prendere in considerazione l’offerta.

La vendita del 50,1% delle azioni arriva dopo che nel 2011 è stata ceduta una quota del 29,75%, che ha portato nelle casse di Palazzo Marino 385 milioni. Ma quest’operazione è oggetto di un’inchiesta a Milano: il fondo F2i che ha acquistato la quota è accusato di turbativa d’asta. Nonostante questo F2i si è già detto interessato al prossimo bando.