Seat Pagine Gialle crolla in Borsa: non vale quasi più niente

Pubblicato il 5 Febbraio 2013 - 10:15| Aggiornato il 28 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Seat Pagine Gialle crolla in Borsa dopo la richiesta di concordato preventivo a causa di un debito diventato nuovamente insostenibile. Il titolo è in asta di volatilità dopo aver perso il 40% e vale 0,0008 euro. Il valore di tutta Seat è quasi nullo: solo 12,5 milioni di euro.

Seat Pagine Gialle aveva appena chiesto l’ammissione al concordato preventivo. La decisione è stata assunta dal cda per garantire ”la continuita’ aziendale”, alla luce dell’ ”impossibilita’ di far fronte” agli impegni sul debito nel 2013 e dopo la la revisione al ribasso dei target.

Il Cda di Seat Pagine Gialle, nella riunione del 4 novembre, aveva concluso le valutazioni sulle prospettive di business nell’attuale situazione economica e di mercato verificando che ”gli obiettivi economici e finanziari” contenuti nelle linee guida strategiche 2011-2013 e nelle proiezioni di stima al 2015 stilate in occasione della recente ristrutturazione del debito ”non sono più attuali e raggiungibili alla luce delle attuali performance e delle previsioni di mercato”.

In questo contesto nonostante ”una apprezzabile capacita’ di generare redditivita’ e cash flow operativi, Seat ha un livello di indebitamento finanziario che non e’ sostenibile” e che ”rappresenta un ostacolo per interventi volti allo sviluppo industriale”.

Nel 2013 la societa’ dovra’ rimborsare ai creditori 200 milioni (70 in quota capitale e 130 per interessi), contro ”una stima di generazione di ”cash flow a servizio del debito di circa euro 50 milioni ed una liquidita’ effettivamente disponibile pari a circa euro 100 milioni”.

In presenza di ”una forte contrazione della raccolta pubblicitaria”, in un contesto profondamente mutato rispetto a quello in cui e’ maturato il piano industriale, il nuovo Cda ha preso atto dell’ ”impossibilita’ per il gruppo Seat di far fronte, nell’arco del 2013, a tutte le scadenze previste dalla attuale struttura dell’indebitamento, con le risorse finanziarie disponibili”.

Per salvaguardare ”una importante e storica realta’ industriale italiana” in grado ”di generare profitti, margini e flussi di cassa in linea con i piu’ importanti player del settore” e per rendere il debito ”sostenibile anche nel medio termine” e’ stato chiesto ”di richiedere l’ammissione alla procedura di concordato preventivo” attraverso la presentazione della domanda ”in bianco”.

A meno di un anno dalla complessa e difficile ristrutturazione del debito con i suoi creditori, Seat e’ dunque di nuovo a rischio default. Una situazione che ha le sue radici nel carico di debito messo sulle spalle della societa’ dai fondi che l’acquistarono a leva all’inizio degli anni 2000, spremendola poi con il pagamento di un maxi-dividendo.

Per rispettare il principio di parita’ di trattamento dei creditori, dopo la decisione di chiedere l’ammissione al concordato preventivo, Seat ha deliberato che non procedera’ al pagamento della ”rata semestrale di interessi dovuta il 31 gennaio 2013 sui prestiti obbligazionari” ne’ alle ”rate per interessi sul finanziamento bancario senior dovute il 6 febbraio prossimo”.