Serie A e B: un miliardo buttato in 3 anni, ecco come

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Serie A viaggia da un paio di stagioni con costi superiori ai ricavi per 170-180 milioni. Le serie minori se la passano anche peggio, nelle ultime tre stagioni A, B e Lega Pro hanno macinato addirittura perdite per quasi un miliardo di euro. Non se la passa per niente bene in calcio italiano, un mare di negatività incrementato dall’ultimo scandalo scommesse.

I bilanci in profondo rosso, evidenziati nel “Reportcalcio 2011” realizzato da Arel, Pwc e dal centro studi della Figc, rivelano uno stato di crisi che, senza investimenti strutturali, rischia di retrocedere definitivamente il calcio professionistico italiano, a vantaggio di Premier League, Bundesliga e Liga spagnola. Ma ciò che è peggio si rischia di renderlo sempre più “permeabile”, specie nelle categorie inferiori, alle infiltrazioni della criminalità organizzata e a flussi di denaro di dubbia provenienza.

La situazione economica del calcio italiano si può comunque riassumere in questi termini: la linea dei ricavi (2,5 miliardi) non può crescere ulteriormente, a meno che non si costruiscano stadi di proprietà (solo la Juventus ne disporrà dalla prossima stagione), ma la legge per incentivare la privatizzazione degli impianti, approvata dal Senato, giace da oltre un anno alla Camera.

Dai diritti tv il sistema percepisce invece già più di un miliardo all’anno e, mentre in Lega si litiga ancora sugli ultimi 200 milioni legati ai bacini d’utenza dell’accordo 2010-2011, c’è il concreto pericolo che dalla prossima contrattazione collettiva (per gli anni 2012-2015) gli introiti possano anche leggermente calare. I costi di gestione (2,8 miliardi), imputabili soprattutto agli ingaggi (1,5 miliardi) al contrario, nonostante l’impegno assunto da molti club di prima fascia di tagliare i compensi, stentano a contrarsi.

Stipendi più bassi vuole infatti dire meno campioni in squadra e dunque un minor appeal delle squadre italiane sul mercato, con incassi decrescenti per diritti tv, sponsorizzazioni e biglietti. Il prodotto della massima serie vale 2.097 milioni a fronte di 2.267 milioni di costi (1.493 milioni dei quali per spese legate al “personale”). I ricavi arrivano, per quasi due terzi dalle emittenti radiotelevisive: una teledipendenza sconosciuta alle altre Leghe europee. La Premier, per esempio, che pure ha molti club indebitati, su un fatturato di 2,4 miliardi incassa solo il 50% dai diritti tv. E in Germania, i ricavi complessivi (1.548 milioni) derivano solo per un terzo dalla tv.