Siccità, o l’acqua o la luce: dovremo scegliere tra irrigare i campi o alimentare le centrali idroelettriche

Punto di non ritorno: la siccità è l'effetto già dispiegato del cambiamento climatico in atto. Saremo costretti a drammatiche alternative

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2022 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA
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Siccità, il dilemma: o l’acqua o l’energia (Ansa)

Siccità, o l’acqua o la luce: dovremo scegliere. Il rischio, del quale ancora non si parla esplicitamente ma che è ben presente a tutti, è che si arrivi a dover scegliere fra irrigare i campi o far arrivare l’acqua dai rubinetti nelle case.

Siccità: acqua o energia, il dilemma

Di più, l’alternativa secca posta sul tavolo delle poche opzioni disponibili sarà ancora più drammatica: acqua o energia.

Acqua per l’agricoltura o acqua per alimentare le centrali idroelettriche per la produzione di energia. E cioè la maggiore fonte di energia rinnovabile (che assicura il 12% del fabbisogno energetico totale).

Siamo a un punto di non ritorno. Il Po, il grande assetato, restituisce la fotografia di un’emergenza siccità di proporzioni tali che non si vedevano da anni.

In alcuni territori, infatti, non piove da quasi quattro mesi. La situazione è in progressivo peggioramento, con le autobotti già in funzione in alcuni Comuni.

Lombardia e Piemonte chiedono stato d’emergenza e e calamità

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha già annunciato che chiederà lo stato d’emergenza, possibilmente cercando di coinvolgere anche i colleghi delle regioni che insistono sul bacino del grande fiume.

“E’ una situazione estremamente delicata – ha detto – sono preoccupato da mesi”. Si muove anche il Piemonte, con il governatore Alberto Cirio che ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità per l’agricoltura.

L’acqua è diventata ovunque una risorsa scarsa e preziosa. La siccità – gli effetti del cambiamento climatico sono già all’opera, il disastro sta avvenendo oggi – mette dunque il Paese di fronte a dilemmi di sistema.

Irrigare i campi o alimentare le centrali idroelettriche?

Una alternativa riguarda, appunto, la scelta tra l’acqua per irrigare campi e l’acqua corrente disponibile in in casa a tutte le ore. La seconda, per certi versi ancora più impattante considerato il contesto bellico, tra acqua e luce, tra acqua e produzione di energia.

Federico Caner, assessore del Veneto e coordinatore del settore agricoltura della Conferenza delle Regioni, dice che non si potrà fare a meno di chiedere al governo un intervento per far prevalere l’utilizzo di acqua per uso umano e agricolo rispetto a quello energetico.

Le conseguenze? La decisione finirebbe per pesare su un settore già messo a durissima prova dalle vicende internazionali e dalla crisi energetica globale.

Edison, d’intesa con la Regione Lombardia, ha deciso di incrementare per i prossimi dieci giorni i rilasci d’acqua a valle degli invasi dalla Valtellina. Una scelta che ridurrà ulteriormente la produzione di energia idroelettrica, già in calo di oltre il 50% rispetto alle medie storiche.

Rubinetti chiusi di notte, razionamenti in vista

Il Consorzio della Bonifica Burana, che si occupa di una larga fetta di territorio agricolo in Emilia, dice che se perdura questa situazione non ci saranno più le condizioni per derivare acqua dal Po e quindi per irrigare i campi.

Da qui l’appello, condiviso un po’ da tutti gli attori di questa vicenda, a fare “un uso oculatissimo della scarsa risorsa idrica a disposizione”. Significa perlomeno rubinetti chiusi nelle case di notte, significa razionamenti d’acqua.