Sicilia tratterrà le tasse delle imprese. Cinquanta mln di € subito a bilancio

Pubblicato il 7 Aprile 2013 - 11:48| Aggiornato il 20 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Le imprese che operano in Sicilia, pur se con sede legale oltre lo stretto, pagheranno le tasse alla Regione. Lo rendono noto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi, confermando l’esito della riunione dle Consiglio dei ministri. Viene data così applicazione all’articolo 37 dello statuto siciliano. “Uno dei sogni dei padri dello Statuto siciliano e degli autonomisti trova attuazione su proposta della regione siciliana”, affermano. Via libera anche al decreto sui Fondi Fas: pure questo un risultato atteso anche per garantire la copertura di 400 milioni per il trasporto pubblico locale e i collegamenti ocn le isole minori.

“Il governo nazionale – aggiunge Crocetta – ha approvato all’unanimità il provvedimento sulla base delle buone prassi di bilancio che il governo siciliano ha avviato, attraverso le azioni di spending review, i tagli delle province, delle partecipate, la revisione di spesa per gli assessorati, il taglio del salario accessorio, la chiarezza dei conti, quindi, sulla base dell’azione di buon governo che la Sicilia sta portando avanti”. Conclude il governatore: “Utilizzeremo nel miglior modo possibile la fiducia che ci viene data, portando avanti con giustizia le politiche di rigore senza massacro sociale, sostenendo le imprese e i poveri”.

“Per consentire il risanamento dei debiti accumulatisi nel passato – spiega il Consiglio dei ministri – il decreto attribuisce alla Regione siciliana il gettito delle imposte sui redditi prodotti dalle imprese industriali e commerciali, aventi sede legale fuori dal territorio regionale, in misura corrispondente alla quota riferibile agli impianti e agli stabilimenti ubicati all’interno dello stesso.

Felice Cavallaro, sul Corriere spiega che la Regione incasserà 50 milioni di euro che potrà mettere subito a bilancio:

“È un ‘sogno’ da 50 milioni che la Regione potrà subito mettere in bilancio come previsione di entrate sulle imposte dovuto da petrolchimici, banche, cementerie, altre grandi aziende con fabbriche e laboratori. Come dice Bianchi, il meridionalista ‘prestato’dalla Svimez, ‘appena qualche anno fa la somma da calcolare sarebbe stata cinque volte di più, ma la crisi riduce tutto’. Un ragionamento che è diventato una vera e propria trattativa con il ministro Grilli e il dirigente Fabrizia Lapecorella personalmente ringraziati dallo stesso Crocetta che giudica equilibrata la compensazione. Alti gli oneri che la Regione assumerà facendosi carico dei costi di alcuni uffici. Un peso non indifferente, visto che per Bianchi ‘l’attivo in una prima fase per la Sicilia si ridurrà a circa 10 milioni’.

“Ma è l’inizio di ‘una nuova era’, come ripete Crocetta con riferimento a quella che Bianchi considera ‘la possibilità di potere attuare in Sicilia un federalismo fiscale competitivo’. Come dire che già si pensa a introdurre sistemi di richiamo per le imprese che vogliano mettere casa, o meglio fabbrica, nell’isola. E in prospettiva per entrambi bisognerà puntare a ‘esenzioni, investimenti a costo zero, politiche fiscali alternative'”.