Sigarette, aumenti in vista per le meno care (30 centesimi)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2016 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA
Sigarette, aumenti in vista per le meno care (30 centesimi)

Sigarette, aumenti in vista per le meno care (30 centesimi)

ROMA – Sigarette, aumenti in vista per le meno care (30 centesimi). Le sigarette di fascia bassa, quelle tra i 4,20 e i 4,40 euro a pacchetto, costeranno di più – circa 30 centesimi – a breve. Il ministero dell’Economia ha preparato delle modifiche nei criteri di calcolo delle accise sul tabacco: in particolare verrà ritoccato verso l’alto quella componente dell’accisa chiamata “onere fiscale minimo” che pesa in maniera più che proporzionale sulle cosiddette sigarette “low cost”.

A parte le considerazioni di natura fiscale, la misura accorcerebbe la distanza del prezzo di sigarette come John Player Special, Chesterfield, Gauloises con quello di Marlboro, ad esempio, o Merit. Andrea Bassi su Il Messaggero ci informa sull’impatto della questione accise sui prezzi al dettaglio.

A gennaio in realtà un ritocco verso l’alto c’era già stato, per effetto però di un automatismo (la proporzionalità rispetto al prezzo medio ponderato delle sigarette). Quello alle viste è un ritocco della seconda componente dell’accisa, appunto l’onere fiscale minimo (oggi è stabilito a 170 euro al chilo e che, in base alle norme della riforma fiscale, potrebbe essere aumentato dal governo fino a 5 euro). Se lo spazio di manovra del ministero sarà utilizzato tutto l’aumento delle low cost varrà una trentina di centesimi.

La riforma fiscale che dà la possibilità di effettuare gli aumenti, dice anche che questi dovrebbero essere decisi tenendo conto dell’andamento del gettito. E il 2015 non è stato un anno negativo per le imposte sulle sigarette. Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare presentata da Filippo Busin della Lega Nord, nei giorni scorsi il ministero dell’Economia ha rilevato come nel 2015 gli incassi da accise sulle sigarette siano arrivati a quasi 10,8 miliardi di euro, contro i 10,3 miliardi circa dell’anno prima. Si tratta, insomma, di quasi 500 milioni di euro in più di gettito sull’anno precedente e di circa 300 milioni rispetto a quanto lo stesso governo contava di incassare. (Andrea Bassi, Il Messaggero)