Soldi in Svizzera. Fisco italiano può indagare senza informare evasori sospetti
Pubblicato il 7 Ottobre 2014 - 11:02 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Soldi in Svizzera. Fisco italiano può indagare senza informare evasori sospetti. Sui capitali illecitamente conservati nelle banche svizzere sarà più facile indagare e ricevere velocemente informazioni utili al perseguimento penale degli evasori. Vale per tutti i paesi esteri, compreso il Fisco italiano. Vale anche se per l’Italia nonostante il protocollo definitivo sull’accordo italo-svizzero non sia stato ancora firmato e in attesa della mesa a punto della legge italiana per incentivare il rientro dei 230 miliardi fuggiti da decenni alla tassazione.
E’ la legge svizzera che è cambiata già da agosto assestando un altro colpo all’istituto giuridico svizzero per eccellenza del segreto bancario. E’ stata la Francia che per prima ha compreso le possibilità insite nella legge chiedendo alla banca Ubs la lista di 300 nomi di sospetti evasori. Cosa è cambiato? Ora, il fisco di uno stato estero che sta indagando può chiedere le “informazioni in possesso di una banca, di un altro istituto finanziario, di un mandatario, procuratore o fiduciario” o anche informazioni sui “diritti di proprietà di una persona”.
La novità maggiore riguarda il margine di manovra concesso agli investigatori: “se l’autorità estera rende verosimili motivi per mantenere segreti determinati atti”, l’agenzia fiscale svizzera può negare l’accesso agli atti ai contribuenti stranieri indagati, riservandosi di comunicare con loro solo alla fine dell’accertamento.