Spagna, spread alle stelle e Fmi avverte: “Recessione senza precedenti”

Pubblicato il 15 Giugno 2012 - 18:19 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Brutte notizie che arrivano a coppia: dai mercati e dal Fondo Monetario Internazionale. Tutto nella settimana che alla Spagna avrebbe dovuto dare sollievo, quella del piano da 100 miliardi di euro per salvare le banche.  Invece per la Spagna non c’è tregua e anche nel pomeriggio di venerdì le cose girano male.

Ci si mette ancora una volta il famigerato spread, il differenziale coi titoli tedeschi, misura in qualche modo dell’appetibilità dei titoli di un Paese. Ecco: i titoli spagnoli appetibili non sono, o almeno non sono giudicati tali dai mercati visto che nel pomeriggio di venerdì lo spread tra i Bonos decennali e i bund tedeschi tocca un nuovo record: 553 punti. Tutto alla faccia del “piano” o forse anche per il piano: lo stesso che stabilisce che il fondo salva stati è un cliente privilegiato che in caso di crac spagnolo viene pagato prima. Non esattamente una cosa che invoglia privati a comprare obbligazioni spagnole.

Sempre venerdì pomeriggio ci si mette il Fondo Monetario Internazionale che alla Spagna dedica una nota che di incoraggiante ha poco o nulla. Le prospettive per la Spagna, secondo il Fondo,  sono ”molto difficili”: l’economia è nel mezzo di una nuova recessione ”senza precedenti, con un tasso di disoccupazione già a livelli inaccettabili, il debito pubblico che sale rapidamente e Il sistema finanziario che necessita di ricapitalizzazione”.

La Spagna, è la ricetta suggerita dal Fmi,  deve fare di più per ridurre il proprio debito e il proprio deficit perché ”nonostante i considerevoli sforzi, l’ambizioso target di un deficit al 5,3% nel 2012 non sarà centrato. ”Le prospettive delle Spagna saranno aiutate da ulteriori progressi a livello europeo. C’e’ la necessita’ immediata a livello dell’area euro di assicurare adeguati fondi alle banche e mitigare il contagio. Ma una soluzione duratura della crisi richiedera’ una convincente e concertata azione verso una completata e piu’ forte unione monetaria”.