Spesa pubblica. Risparmio del 4,5% sul Pil imitando la Germania, Corte dei Conti

Spesa pubblica. Risparmio del 4,5% se imitassimo la Germania, Corte dei Conti
Spesa pubblica. Risparmio del 4,5% sul Pil se imitassimo la Germania, Corte dei Conti

ROMA – Spesa pubblica. Risparmio del 4,5% se imitassimo la Germania, Corte dei Conti. C’è stato un momento in cui l’Italia era “tedesca” e fungeva da traino economico e la Germania “italiana”, una formica , l’altra cicala nell’affrontare la spesa pubblica. In 10 anni la situazione si è capovolta. Nel 2002 noi avevamo una spesa primaria (cioè al netto degli interessi sul debito) in rapporto al Pil al 42,3% contro il 45,2% dei tedeschi: dieci anni dopo il capovolgimento, preciso alla virgola, con i tedeschi attestati al 42,3% e noi al 45,2%.

Il confronto sull’andamento della spesa pubblica (benchmark) è stato proposto dalla Corte dei Conti nel Rapporto 2014 (lo stesso dove ha giudicato il bonus da 80 euro un “surrogato”) per offrire al Paese una prospettiva percorribile di inversione di tendenza. Scrivono i magistrati contabili, prendendo esempio dalla diversa e più razionale destinazione delle risorse pubbliche cominciata nel 2007, che da allora la Germania

ha attraversato la crisi e ha approcciato la nuova fase di ripresa globale  in una situazione economica decisamente migliore sia della media Ue, sia in particolare dell’Italia […] Sembra ragionevole che l’Italia si dia come obiettivo di giungere al termine della fase espansiva dell’economia globale che stentatamente si avvia, ragionevolmente, cioè entro il prossimo lustro, con un livello dalla spesa in rapporto al Pil simile a quello che la Germania seppe raggiungere nel 2007. (Corte dei Conti, Rapporto 2014)

L’Italia, stimano i magistrati, spende di più della Germania in 8 sulle 10 funzioni della spesa pubblica (spendiamo più per il welfare, meno per abitazioni e assetto del territorio). Di qui il consiglio di seguire la “ricetta” tedesca adottata dal 2007: la Corte calcola un risparmio del 4,5% sul Pil. E’ l’unica strada, conclude la Corte, che ha consentito alla Germania, “la grande malata d’Europa” fino a 10 anni fa, di tornare a correre come una locomotiva: “Ora sembra presentarsi una nuova fase di espansione dell’economia globale: occorre che la nuova opportunità non vada perduta”.

 

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