Spionaggio via cellulari, concluso accordo tra Usa e la cinese Zte

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2018 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Spionaggio via cellulari, concluso accordo tra Usa e la cinese Zte

Spionaggio via cellulari, concluso accordo tra Usa e la cinese Zte (Foto Ansa)

WASHINGTON – Concluso un accordo tra Stati Uniti e ZTE, società di componentistica per telecomunicazioni e hardware cellulare della Repubblica Popolare Cinese. La ZTE pagherà una multa di 1 miliardo di dollari,  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] avrà l’obbligo di cambiare l’intero consiglio di amministrazione e il management entro 30 giorni, versare 400 milioni di dollari in un fondo, al suo interno ci sarà un team per la compliance, i cui membri saranno scelti direttamente dagli Stati Uniti, come annunciato da Wilbur Ross, segretario al commercio degli Stati Uniti.

L’amministrazione Trump ha accettato di siglare un accordo, di 23 pagine, con la società cinese ZTE che le consentirà di bypassare la pesante sanzione ricevuta ad aprile: il divieto per sette anni di poter utilizzare componentistica statunitense.

Il colosso tecnologico cinese era accusato di vendere i propri prodotti con componenti americani a Paesi “nemici” degli Usa, come Iran e Corea del Nord. All’epoca il governo cinese aveva lamentato che l’iniziativa avrebbe potuto mettere fuori mercato la società, importante datore di lavoro e protagonista dell’industria tecnologica cinese, scrive il Washington Post. 

Il mese scorso, il presidente Trump su un tweet aveva scritto che intendeva aiutare ZTE perché altrimenti in Cina si sarebbero persi “troppi posti di lavoro” ed è poi seguita l’azione del dipartimento del commercio. L’intervento diretto di Trump a Capitol Hill ha sollevato diffuse critiche da parlamentari di entrambi i partiti.

Carlos Gutierrez, segretario al commercio sotto la presidenza di George W. Bush, ha dichiarato che l’accordo con gli Stati Uniti ha probabilmente evitato un peggioramento nei rapporti con la Cina. Doug Jacobson, procuratore a Washington, ha messo in discussione la decisione del presidente di intervenire. “E’ un precedente estremamente pericoloso quello di intrecciare questioni di applicazione della legge con altre di tipo commerciale”.

Ma Trump ha più volte parlato della questione dell’applicazione nell’ambito degli sforzi di revisione riguardanti i rapporti commerciali con la Cina all’interno degli Stati Uniti. Per soddisfare la richiesta di Trump di una riduzione dei 375 miliardi di dollari nel deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina, il governo di Pechino si è offerto di acquistare fino a 70 miliardi in più ogni anno di prodotti statunitensi.
Offerta condizionata al fatto che il presidente abbandonasse la minaccia di imporre dazi fino a 150 miliardi di dollari nelle importazioni cinesi.

In mezzo alle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, i legislatori sono diventati sempre più critici nei confronti della minaccia alla sicurezza nazionale di imprese come ZTE e Huawei. Nel maggio scorso, il Pentagono aveva ordinato di rimuovere dagli scaffali dei punti vendita nelle basi militari Usa, gli smartphone delle due aziende.