Fiat, Slai Cobas: “Lo spot di Marchionne messo ko da una mamma operaia”

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 17:26| Aggiornato il 23 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

“Una mamma operaia ha messo al tappeto Marchionne, e fatto sparire gli spot ‘Fabbrica Italia’ dalle reti nazionali”: lo sostiene Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas, facendo riferimento alla lettera di Anna Solimeno, una cassaintegrata di 42 anni che, nei giorni scorsi, per replicare agli spot realizzati dalla Fiat, ha scritto una lettera aperta alla più piccola dei suoi tre figli.

“Sono bastate poche righe di una operaia – ha aggiunto Granillo – a far esplodere lo sdegno di tante persone su internet contro gli spot dell’azienda, realizzati con diversi milioni di euro, e da venerdì questi spot sono spariti, mentre la lettera dell’operaia ha spopolato. Vorremmo sapere di cosa dovrebbero sentirsi ‘orgogliosi’ gli operai di Pomigliano che, ‘sotto ricatto’, li si vorrebbe ‘proni e consenzienti’ nello scegliere l’abdicazione ad ogni dignità e libertà, rendendosi da soli nuovi schiavi industriali. Ciò, addirittura, con un finto referendum, che dovrebbe essere autocertificato e non sottoposto ad alcun controllo, dalle parti aventi interesse in causa, e richiesto dalla stessa Fiat ed accordato da sindacati ormai gialli”.

“Di certo – ha concluso il sindacalista – se una mamma operaia ha repentinamente fatto mettere in soffitta il film-spot della Fiat, 60 secondi di durata, regista Luca Lucini, pagato a fior di quattrini e promosso direttamente dal presidente John Elkann e dall’ad Sergio Marchionne, questo non può che essere di buon auspicio per tutti i lavoratori che non si rassegnano alle condizioni-capestro di Marchionne e dei suoi sindacati”.