Crisi, spread Btp-Bund oltre i 400 punti. Disoccupato un giovane su tre

Pubblicato il 31 Ottobre 2011 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sale la tensione sui titoli di Stato all’apertura dei mercati internazionali. Lo spread tra il Btp e l’analogo bund tedesco balza oltre i 400 punti base, toccando quota 407, dai 384 di venerdì mentre l’interesse sul decennale italiano vola al 6,16%.

Apertura debole per le Borse europee, dopo la chiusura contrastata di New York di venerdì scorso con il Dow Jones in leggero rialzo (+0,18%) e il Nasdaq (-0,05%) al di sotto della parità. Sotto tensione rimangono tutti i titoli bancari, per la ricapitalizzazione chiesta dalle autorità europee a tutti gli istituti di credito dell’Eurozona. Toccherà loro assorbire una parte delle perdite sui bond di Stato dei Paesi a rischio, a partire dalla Grecia. Francoforte arretra dello 0,89%, Parigi perde l’1,3%, mentre Milano scende dell’1% e Londra dello 0,8%.

In Italia sale la tensione sui titoli di Stato. Lo spread tra il Btp e l’analogo bund tedesco balza a 392 punti base dai 384 di venerdì mentre l’interesse sul decennale italiano vola al 6,07%. A Piazza Affari, le banche più colpite dalle vendite sono Banca IntesaSanpaolo, Unicredit e Monte dei Paschi. Discorso a parte per la Banca popolare di Milano. Oggi parte l’aumento di capitale e il titolo non riesce a fare prezzo e resta in asta di volatilità con un rialzo teorico attorno ai 13 punti percentuali (a 0,52 euro), dopo aver toccato un massimo di +20%.

La disoccupazione. Cresce anche il numero dei disoccupati, salito a settembre a 2,080 milioni, in aumento del 3,8% rispetto ad agosto (+76mila unità). Su base annua la crescita è del 3,5% (+71mila unità). Il rialzo riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Sull’altro fronte, gli occupati scendono a 22,911 milioni, in calo dello 0,4% (-86mila unità) rispetto ad agosto. Anche in questo caso la diminuzione interessa sia uomini che donne. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione resta, invece, sostanzialmente invariata.

Disoccupazione giovanile: un giovane su tre è senza lavoro. . Preoccupa soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che a settembre è salito al 29,3%, dal 28,0% di agosto: è il dato più alto dal gennaio 2004,  inizio delle serie storiche.

Disoccupazione femminile. Quasi una donna su due in Italia ne’ lavora ne’ e’ in cerca di un posto, ovvero non rientra ne’ nella fascia degli occupati ne’ in quella dei disoccupati. Infatti, l’Istat, nelle stime provvisorie, rileva che a settembre il tasso di inattivita’ femminile e’ pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%. In generale, spiega l’Istituto, il tasso di inattivita’ si attesta al 37,9%, registrando un aumento congiunturale di 0,1 punti percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni crescono dello 0,1% (21 mila unita’) rispetto al mese precedente. Su base annua gli uomini diminuiscono dello 0,2%, mentre le donne inattive aumentano dello 0,5%.

L’inflazione.  Il tasso d’inflazione annuo a ottobre e’ salito al 3,4% dal 3% di settembre. E’ il dato piu’ alto da ottobre 2008. Lo rileva l’Istat nelle stime provvisorie, che indicano un aumento dello 0,6% su base mensile, il rialzo maggiore da giugno 1995. Pesano gli effetti della manovra, in particolare dell’incremento dell’Iva.  L’inflazione acquisita per il 2011, quella che si registrerebbe nella media di fine anno nell’ipotesi che l’indice rimanga nei restanti mesi allo stesso livello di ottobre, e’ pari al 2,7%. Lo rileva l’Istat nelle stime provvisorie.

L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale al 2,6%, con un’accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a settembre (+2,4%). Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale al 2,5% dal 2,3% di settembre. Nel mese di ottobre, si rilevano tendenze all’accelerazione della crescita dei prezzi al consumo per quasi tutte le tipologie di beni e servizi.

Dal punto di vista settoriale, il principale effetto di sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dal rialzo congiunturale dell’1,4% dei prezzi dei beni energetici. Effetti di contenimento del tasso d’inflazione si devono, invece, alla diminuzione su base mensile dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-0,3%) e alla stabilita’ dei prezzi dei ricreativi, culturali e per la cura della persona.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Ue (Ipca) aumenta dello 0,9% su base mensile e del 3,8% su base annua, con un’accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a settembre 2011 (+3,6%). Si tratta del livello piu’ alto dal settembre del 2008. Guardando i diversi settori economici, i maggiori incrementi congiunturali dei prezzi rilevati ad ottobre 2011 riguardano le divisioni bevande alcoliche e tabacchi (+3,7%), abbigliamento e calzature (+1,2%), abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili (+0,8%), e istruzione (+0,6%). Sul piano tendenziale i maggiori tassi di crescita interessano i trasporti (+7,1%), le bevande alcoliche e tabacchi (+6,0%), abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili (+5,9%). In flessione risultano, invece, i prezzi delle comunicazioni (-0,4%). In particolare, su base annua continuano la loro corsa i prezzi di caffe’ (+15,9%) e zucchero (+16,0%). .