Spread-Berlusconi: se parla lui schizza in su, più delle minacce di Merkel

Pubblicato il 27 Giugno 2012 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ore 15,41 di ieri (26 giugno). “Siamo nell’indeterminatezza più assoluta” dichiara Berlusconi reduce da un incontro con Monti: lo spread si allarga immediatamente di 16 punti, il rendimento del Btp schizza dal 6,04 al 6,17%, dal timido segno più la Borsa di Milano inizia a precipitare fino al -1,5% . Stessa giornata, qualche minuto dopo le 17. Circola la battuta raggelante di Angela Merkel, “eurobond mai finché sarò viva io”: il rendimento Btp sale di appena 6 centesimi, la Borsa perde qualche spicciolo in più. Il paragone, a tutto svantaggio dell’ex presidente del Consiglio, lo istituisce Walter Riolfi sul Sole 24 Ore: a prescindere dal rapporto tra avventatezza contingente e andamento dei mercati (ce ne scorderemo presto insieme a tante altre), l’influenza di certi giudizi politici rappresenta un’ottima occasione per valutare meglio, con più indulgenza le chiusure di Angela Merkel.

Perché, il punto, rileva Riolfi, è che quella ostinazione a dire no per ogni salvataggio, dagli eurobond alla condivisione dei debiti, non è campata in aria, non è una forma di ottusità politica. Scrive Riolfi: “Come potrebbero infatti impegnarsi i tedeschi, in un salvataggio dei Paesi periferici se non possono far affidamento  sulla serietà  e sul rispetto degli impegni che quei governi dovrebbero assicurare per lunghi anni?” E’ credibile un leader nazionale che, subito dopo l’intemerata su Monti, si candida a far il ministro dell’Economia di un governo Alfano? Dove, come, quando? Quella che viene percepita sempre più come un’entità astratta, i mercati, dispone se non di orecchi, almeno di antenne ben sintonizzate.