Estate da incubo? Piano B anti-spread: patrimoniale sopra i 250 mila euro

Pubblicato il 19 Luglio 2012 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Non faremo manovre bis” rassicura il ministro dell’Economia. Un livello dello spread tra 450 e 500 punti è impossibile da sostenere per qualsiasi governo, impossibile nel medio-lungo termine, molto difficile nel breve. Tra queste due asserzioni, c’è di mezzo un’estate con uno scenario potenzialmente catastrofico se riferito ai timori di un attacco della speculazione concentrato sull’Italia e del quale è stata ravvisata più di un’avvisaglia. “Estate da incubo”, titola con allarme il quotidiano Libero, “non so se il progetto europeo funzionerà” gli fa assordante eco Angela Merkel da Berlino.

Se i mercati “sottili”, dove pochi mirati spostamenti di risorse possono far saltare il banco, si incaricano di decretare l’insostenibilità dell’Italia a ripagare i debiti, saremmo senza paracadute. Perché per il salva spread denominato Esm, per il quale pure c’è una bozza di accordo, bisogna aspettare settembre e la ratifica della Corte Costituzionale tedesca, mentre l’altro veicolo di salvataggio, l’Efsf, ha finito le munizioni. E il piano B di cui si vocifera e che circola nei piani alti del Palazzo non sarebbe più rinviabile. Piano messo a punto in Europa (eufemismo per non dire Berlino) e concordato con il Fmi: è il debito pubblico monstre il nostro peccato originale, quello va aggredito subito. Quindi: o una botta secca sui patrimoni, o un intervento di correzioni dei conti in corsa con altri tagli e altre tasse. Patrimoniale o manovra bis.

Oscar Giannino, popolare conduttore ed economista-star in procinto di far nascere un movimento d’opinione liberal anti-tasse, dà conto dei piani tedeschi, elaborati dai 5 saggi e da DIW, il secondo istituto economico germanico per autorevolezza dopo l’Ifo (che concorda): l’obiettivo è quello di vincolare l’Italia a un meccanismo straordinario di abbattimento che da sola non è mai riuscita a fare.

Sostiene Giannino che “all’Italia verrebbe destinato un fondo straordinario di redenzione del debito, al quale asservire ogni anno per un decennio una decina di punti di Pil di gettito fiscale tra interessi dovuti sui vecchi titoli e riduzione del loro stock, e una bella patrimoniale sui privati, sia pure gentilmente denominata ‘prestito forzoso'”. Verrebbero colpiti con una tassa una tantum sia i conti che i beni immobiliari (case e terreni) uguali o superiori a 250 mila euro. Cioè il 50% degli italiani. In caso di manovra bis gli interventi di correzione sui conti pubblici con tagli alla spesa e nuove tasse varrebbero 6 miliardi. In aggiunta a una sforbiciata alle agevolazioni fiscali, un capitolo di spesa che vale in totale 260 miliardi che però, per molte ragioni ,è solo parzialmente aggredibile.