Spread: il tetto della Bce. Bundesbank contro Draghi: “Rischi significativi”

Pubblicato il 20 Agosto 2012 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA
Mario Draghi, presidente Bce

ROMA – La Bce fornirà un tetto automatico per mettere al riparo gli interessi sui titoli di Stato: quando lo spread con il bund tedesco supera una certa soglia, scatta l’acquisto di bond dei in paese in sofferenza. E’ il piano che, ha rivelato il settimanale tedesco Der Spiegel, sarebbe stato messo a punto da Mario Draghi e che verrà illustrato il 6 settembre prossimo, alla prima riunione utile del board di Francoforte. Funzionerebbe così: il Paese alle prese con tassi interesse che giudica insostenibili chiede l’intervento della Bce, previa sottoscrizione di un memorandum of understanding (protocollo di intesa), quindi dalla Banca centrale partono gli acquisti di bond. Perplessità sul piano della Bce è stata espressa dalla Bundesbank, che ritiene che l’acquisto dei titoli di Stato comporti rischi “significativi”.

Due le novità principali. Primo, il memorandum sarà molto più vincolante, per costringere gli Stati a rispettare sul serio gli impegni ed evitare (commenta La Repubblica) situazioni come quella del governo Berlusconi che restò inerte dopo l’intervent0 Bce. Secondo, l’istituto comunicherà l’intervento subito dopo averlo messo in atto, e non ogni lunedì come era prassi. La soglia per cui scatta l’intervento non sarà fissata una volta per tutte per non offrire punti di riferimento agli speculatori.

La mossa di Draghi punta a calmierare i tassi sugli interessi, oltre che a renderli più omogenei evitando pericoloso escursioni dello spread nei diversi paesi. Intanto Madrid resta in fibrillazione mentre continua ad aspettare i dettagli delle risoluzioni Bce: non sa decidersi se avanzare o meno una richiesta di aiuti. Il governo Rajoy ha chiesto esplicitamente che l’Eurotower si attivi subito per un forte piano di acquisto bond spagnoli. Ieri il ministro delle Finanze iberico, Luis de Guindos, ha infatti rimarcato la necessità dell’attuazione da parte dell’Eurotower di un piano che abbassi le pressioni sui titoli di stato spagnoli e che non preveda limiti di quantità acquistate o di durata:

“La Bce non può porre dei limiti né dire quanto comprerà e per quanto tempo se vuole che il programma sia efficace”. La Spagna, ha rimarcato De Guindos al’agenzia spagnola EFE, attende i dettagli di tale piano prima di prendere una decisione circa la richiesta di sostegno finanziario. E’ chiaro, e vale anche per il governo Monti, che si temono condizioni particolarmente gravose per accedere al sostegno Bce e la perdita di altre fette di sovranità. L’acquisto di titoli di Stato potrà avvenire infatti anche a costo zero, così come subordinandoli a veri e propri diktat onerosissimi.

Nel suo bollettino mensile la Bundesbank ha espresso perplessità sul piano Bce per l’acquisto di titoli di Stato, che potrebbe comportare rischi ”significativi”. Secondo la banca centrale tedesca la Bce non dovrebbe assumere ulteriori rischi a a scapito del proprio bilancio. ”La Bundesbank – si legge nel bollettino – è dell’opinione che l’acquisto di titoli di Stato da parte dell’Eurosistema debba essere vista criticamente e comporti rischi di stabilità significativi”.

Il nuovo programma della Bce ”potrebbe essere illimitato”, scrivono ancora i banchieri centrali tedeschi, aggiungendo che le decisioni sulla potenziale maggiore condivisione dei rischi di solvibilità dovrebbero essere prese dai governi e dai parlamenti, non dalle banche centrali.

La Bundesbank ha poi espresso perplessità anche sull’eventuale assegnazione a Francoforte della sorveglianza sulle banche europee. Dare alla Bce la responsabilità della nuova autorità, si legge nel bollettino, comporta ”il rischio di conflitto con l’obiettivo primario della politica monetaria che è quello di garantire la stabilità dei prezzi”.

La crescita dell’economia tedesca ”potrebbe risentire più significativamente dell’incertezza nell’eurozona” a partire dal terzo trimestre dell’anno. La banca centrale tedesca ha poi precisato che a pesare sono soprattutto gli effetti diretti sulle esportazioni, tuttavia il ciclo positivo dell’economia non è ancora ”ad un punto di svolta”, secondo la Bundesbank, grazie alla tenuta della domanda dei Paesi extra-Ue.