Spread giù a 340, Borsa Milano sale. Moody’s: “Italia instabile e pericolosa”

Pubblicato il 27 Febbraio 2013 - 09:37| Aggiornato il 10 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Lo spread tra Btp e Bund vola oltre i 350 punti, dopo i 343 punti segnati in apertura la mattina del 27 febbraio. La Borsa di Milano invece apre in positivo con i titoli bancari dopo le prime contrattazioni. Intanto le borse europee e asiatiche pagano ancora per il risultato delle elezioni italiane. Il voto pesa poi sul rating dell’Italia e Moody’s parla di riaccensione della crisi in zona euro causata dall‘ingovernabilità dell’Italia. 

SPREAD – Lo spread ha aperto la mattina del 27 febbraio a 343 punti base, con rendimento al 4.88%. Il differenziale tra i titoli di stato italiani  e tedeschi è poi schizzato a 350 punti. Il Btp decennale paga un rendimento del 4,94%, in rialzo rispetto a 4,90% della chiusura del 26 febbraio.

Alle ore 10.30 lo spread Btp-bund torna sotto i 340 punti base, a 338, in una seduta volatile prima dell’asta sul quinquennale e decennale che avverrà a metà mattinata. Il Btp decennale paga ora un rendimento del 4,85%.

PIAZZA AFFARI – Avvio positivo per Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che segna un rialzo dello 0,71% a 15.666 punti. Dopo le prime contrattazioni la Borsa di Milano rimbalza segnando un rialzo dell’1,05% a 15.718 punti. Salgono le banche con Banco Popolare (+2,12%), Unicredit (+2,04%) e Intesa Sanpaolo (+1,95%). In rialzo l’intero paniere delle blue chips ad eccezione di Snam (-0,22%) e Campari (-0,17%).

Alle ore 10.30 riduce il rialzo Piazza Affari nella prima mezz’ora di scambi, con il Ftse Mib che, dopo essere sceso a +0,5%, segna un progresso dello 0,8% a 16.665 punti. Bene Banco Popolare (+1,57%), Unicredit (+0,68%) e Intesa (+0,97%), mentre gira in negativo Mediobanca (-1,48%), all’indomani dei risultati semestrali, con l’utile raddoppiato a 124 milioni di euro.

Balza Ti Media (+5%), che riunisce il Cda per fare il punto sulla cessione de La7 a Cairo (+0,98%), bene Telecom (+0,73%).    Giu’ Snam (-0,22%), Campari (-0,34%), Ansaldo Sts (-0,62%) e Pirelli (-0,23%), dopo la corsa controcorrente della vigilia. Stabile Camfin a monte della catena di controllo. Congelata Premafin per eccesso di volatilità, con un rialzo teorico dell’8,27%. Bene Fonsai (+0,77%) e Unipol (+0,46%).

BORSE MONDIALI – Seduta contrastata per le principali borse di Asia e Pacifico, con Tokyo in calo dell’1,27% e tutte le altre piazze positive, da Hong Kong (+0,33%) e Shanghai (+0,87%) ancora aperte, a Taiwan (+0,22%), Seul (+0,2%) e Sidney (+0,66%).

Più che all’Europa, penalizzata dal voto italiano, gli investitori hanno guardato agli Usa, con i dati macroeconomici favorevoli e le rassicurazioni sull’economia del presidente Fed Bernanke al senato americano. Bene i futures sull’Europa e su Wall Street

MOODY’S – L’incertezza dell’esito del voto in Italia è ”negativa” per il rating italiano e aumenta la possibilità di nuove elezioni, prolungando potenzialmente l’instabilità politica del paese. Lo scrive Moody’s in una nota diffusa nella notte tra 26 e 27 febbraio. Dopo le elezioni italiane, il cui esito è così incerto, secondo Moody’s c’è il rischio di un ”riaccendersi della crisi della zona euro”, perché le implicazioni del voto vanno ”ben oltre la sola Italia”.

Dopo aver assegnato una prospettiva negativa al rating italiano (Baa2) nel luglio scorso, ora Moody’s avverte che ”potremmo considerare una bocciatura nel caso di ulteriore, sostanziale peggioramento delle prospettive economiche del Paese o difficoltà nel realizzare le riforme”, o anche di ”peggioramento nelle condizioni di finanziamento”. Inoltre – è il monito – se l’accesso dell’Italia ai mercati dovesse risultare difficoltoso e il Paese dovesse richiedere assistenza esterna, il rating sovrano del Paese potrebbe passare a livelli notevolmente più bassi”.

Moody’s, nella sua nota, parla di ”rischi sostanziali per la realizzazione delle riforme strutturali e fiscali” dopo il risultato delle elezioni, il cui esito ”aumenta la possibilità che la spinta riformatrice conseguita con il governo Monti finisca per rallentare, o andare completamente in stallo”. Inoltre ”la performance dei partiti euroscettici, il Pdl e il Movimento 5 stelle”, secondo Moody’s ”aumenta il rischio di un’inversione dei progressi fatti” e ”riduce la probabilità che nuove elezioni risolvano la situazione bloccata”.

Moody’s rileva poi che l’importanza dell’Italia per l’Eurozona, come terza maggiore economica del blocco e primo mercato dei titoli di Stato, ”significa che le elezioni hanno implicazioni che vanno oltre l’Italia e, indirettamente, sono negative per il rating di altri Paesi sovrani dell’Eurozona, come Portogallo o Spagna, con la possibilità che si riaccenda la crisi del debito”.