Gli statali ci rimettono 1.700 euro a testa per i tagli di Tremonti

Pubblicato il 4 Giugno 2010 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA

Da qui a tre anni gli stipendi degli statali perderanno in media 1.700 euro. Soldi che sarebbero dovuti arrivare nelle buste paga dei dipendenti pubblici entro il 2012 grazie ai rinnovi contrattuali e alle normali progressioni di carriera, ma che la manovra ha spazzato via. I redditi degli statali resteranno fermi, insensibili al costo della vita: così ha deciso la Finanziaria che dovrà mettere in sesto i conti dello Stato.

Meno soldi, ma in diversi casi anche meno lavoro: uno studio della Flc-Cgil stima, per esempio, che alla fine di questo buio periodo, l’Università si sveglierà con 26.500 precari in meno, occupati mandati a casa alla scadenza del tempo determinato. Di questi 20 mila sono docenti a contratto. Meno soldi, ma anche meno formazione: la manovra prevede che a partire dal gennaio 2011 le risorse destinate a tale voce siano tagliate del 50 per cento. Per la scuola, ciò vuol dire che i milioni a disposizione dagli attuali 8 diventino 4. E che – considerati tutti i lavoratori dalle elementari alle superiori – l’investimento pro capite sarà di 5 euro a lavoratore.

Nei settori sanitari e scolastici lo stipendio medio annuo è di 29 mila euro, i mancati aumenti nel triennio 2010-2012 saranno di 1740 euro a testa. Cifre simili anche per l’università, Regioni ed enti locali. Più alti i mancati aumenti per la Presidenza del Consiglio e gli enti pubblici non economici.

Colpiti maggiormente i magistrati: un magistrato nominato un anno fa oggi guadagna 40 mila euro l’anno, nel 2012 senza la manovra il salario sarebbe dovuto arrivare a 55 mila euro, invece resterà fermo a 40 mila.

Considerati tutti i tagli e i mancati guadagni attribuiti alle funzione pubblica, Michele Gentile, responsabile del comparto per la Cgil considera che “l’intero settore mette sul piatto 1.850 milioni di euro: lo scippo della vacanza contrattuale vale da solo 600 milioni di euro”. Un conto “troppo alto, inaccettabile se si considera che i tanto decantati tagli alla politica si sono fermati a 72 mila euro”.