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Statali, premi pagati in Bot e non in euro. Prime idee di prestito forzoso

di Alessandro Camilli |7 Dicembre 2018 9:48

Statali, premi pagati in Bot e non in euro. Prime idee di prestito forzoso (foto d'archivio Ansa)

Statali, premi pagati in Bot e non in euro. Prime idee di prestito forzoso (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Statali, sono tanti, milioni. Milioni di dipendenti pubblici i cui contratti di lavoro prevedono ovviamente oltre allo stipendio base e alle voci e indennità che vanno a comporlo anche un’intera gamma di premi annuali. Premi alla produttività, efficienza. In realtà spesso, troppo spesso, premi alla presenza. In rari casi, rari ma non inesistenti, di fatto premi alla non assenza.

E comunque quasi sempre premi che poco o nulla hanno del premio. Nel senso che un premio sarebbe tale se premia appunto tizio e non caio, se premia un comportamento, un risultato. Nella Pubblica Amministrazione italiana invece è d’uso premiare tutti. Anzi, se non premi tutti è offesa, peccato, ingiustizia, sopruso. Ma questo è fatto che qui interessa solo perché configura una situazione retributiva di fatto appunto nel pubblico impiego in cui il premio non è’ una cosa che raramente a fine o durante l’anno accompagna le buste paga.

Premi agli statali, un sacco di premi. Cioè un sacco di soldi. Soldi che ovviamente tira fuori il datore di lavoro degli statali. Cioè lo Stato. E allora dalle parti del governo è venuta fuori una pensata. Non del tutto estemporanea, anzi a lungo covata. In questa forma, nella forma in cui è stata pensata per gli statali è una novità. Ma appunto la covata è lunga, si cova da tempo soprattutto in casa M5S intera nidiata di ideuzze analoghe, anzi sorelle.

Eccola la pensata, pensata non in un convegno o comizio. Pensata che stanno pensando mentre riscrivono la Manovra del Popolo. L’idea è: questi premi agli statali paghiamoglieli in Bot, in titoli di Stato e non in euro. Titoli di Stato che facciamo fatica a piazzare o se li piazziamo sui mercati ci costano il due/tre per cento di interessi (finora) noi li mettiamo al posto degli euro nei premi agli statali. Gli statali se li tengono nel cassetto fino alla scadenza e gli conviene farlo: se si azzardano a venderli o a spenderli in tempi di spread che c’è subito si accorgono che hanno avuto 100 in premio ma vale 95. Quindi l’uovo di Colombo: piazziamo titoli di Stato al posto degli euro, magari diciamo che è anche una botta di orgoglio sovrano!

Chissà se lo faranno davvero. Di certo quella di sostituire gli euro che vanno in tasca agli statali sotto forma di premio, sostituirli con Bot è il primo concreto affaccio del prestito forzoso. Non è che non l’abbiano mai detto: da mesi gli economisti di governo anti Ue e anti regole di bilancio dicono che non c’è problema debito pubblico italiano. Dicono: 2500 miliardi di debito pubblico ma quasi cinquemila miliardi di risparmio privato, il secondo a garanzia e se serve a saldo del primo. Lo dicono, sono gli italiani a non sentirlo, non capirlo, non volerlo né sentire né capire. 

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