Stipendi statali, la classifica: dirigenti Fisco in cima (220mila), bidelli in coda (22mila)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Settembre 2016 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Stipendi statali, la classifica: dirigenti Fisco in cima (220mila), bidelli in coda (22mila)

Stipendi statali, la classifica: dirigenti Fisco in cima (220mila), bidelli in coda (22mila)

ROMA – Stipendi statali, la classifica: dirigenti Fisco in cima, bidelli in coda. Nella Pubblica Amministrazione tra lo stipendio più alto e quello più basso ci sono quasi 200 mila euro di mezzo. Questo lo ‘spread’, se così si può dire, che intercorre tra la retribuzione dei dirigenti di prima fascia delle Agenzie fiscali, pari in media a 220mila euro annui, e quella del personale Ata della scuola, in cui rientrano i collaboratori, una volta chiamati ‘bidelli’, sotto i 22mila.

Le cifre compaiono nelle tabelle dell’Aran (leggi qui), la faccia del Governo nelle questioni che investono il pubblico impiego. L’aggiornamento, pubblicato online in base a dati della Ragioneria dello Stato, non va oltre il 2014. Ma da allora non dovrebbe essere cambiato molto, visto che la contrattazione è rimasta bloccata. Posto che anche gli statali hanno potuto beneficiare del bonus 80 euro. Il congelamento della contrattazione dura da sette anni ma a breve potrebbe vedere la fine.

Di seguito la classifica con la retribuzione annua lorda nel 2014 (a scalare, i dirigenti più pagati), fonte Aran.

Agenzie fiscali. Dirigenti: 220.004 €. Dirigenti II fascia: 111.453 €. Personale: 35.894 €.

Enti non economici. Dirigenti: 216.889 €. Dirigenti II fascia: 127.606 €.

Ministeri. Dirigenti: 178.301 €. Dirigenti II fascia: 83.553 €. Personale: 28.169 €.

Enti di ricerca. Dirigenti: 170.662 €. Dirigenti II fascia: 95.894 €. Personale: 36.081 €.

Pres. Consiglio dei Ministri. Dirigenti: 168.256 €. Dirigenti II fascia: 93.360 €. Personale: 49.242 €.

Autorità indipendenti. Dirigenti: 159.445 €. Impiegati: 73.809 €.

Vigili del Fuoco. Dirigenti: 103.695 €. Personale: 31.056 €.

Corpi di Polizia. Dirigenti: 101.736 €. Personale: 38.023 €.

Forze armate. Dirigenti: 95.648 €.

Regioni e Autonomie locali. Dirigenti: 93.441 €. Personale: 27.924 €.

Servizio sanitario. Dirigenti: 72.945 €. Personale: 30.070 €.

Scuola. Dirigenti: 62.890 €. Insegnanti: 30.699 €. Personale Ata: 21.991 €.

In alto nella piramide si ritrovano quindi i dirigenti di prima fascia delle agenzie, come le Entrate o il Demanio, seguiti dai colleghi degli enti pubblici non economici, come Inps o Inail, (217mila euro) e dei ministeri (178mila). Tra la classe dirigenziale i meno pagati risultano i presidi della scuola (63mila). Ovviamente la retribuzione rispecchia anche le responsabilità. C’è da ricordare inoltre che il comparto del fisco è stato oggetto di Spending Review e per 62 alti dirigenti ci sono oltre 52mila impiegati.

In generale i dirigenti di prima fascia nello Stato sono circa 500, su 3,2 milioni di dipendenti. I divari retributivi poi non mancano neppure nel privato. Detto ciò nella P.a. lo stipendio più alto è dieci volte quello più basso. Guardando alla base della piramide, sopra al personale Ata, ci sono gli impiegati di ministeri, Regioni e Comuni (tutti intorno ai 28mila euro). Appena uno scalino più in alto il personale della sanità e i prof della scuola (si viaggia sopra i 30mila). Non si allontanano dalla cifra i vigili del fuoco (31mila euro). Le forze armate superano di qualcosa i 37mila.

 

Il nodo rinnovo contratti. In legge di Bilancio dovrebbe essere stanziato un budget tale da permettere il riavvio delle trattative. Intanto gli incontri con i sindacati, proprio all’Aran, andranno avanti anche la prossima settimana. In ballo oltre alle risorse ci sono le ‘regole del gioco’, i criteri attraverso cui distribuirle sia tra i dipendenti sia all’interno della busta paga stessa: quanto mettere sul cosiddetto tabellare, le voci fisse, e quanto sulla parte variabile, legata alla produttività.

Ad oggi la riforma Brunetta divide in fasce di merito, con un 25% che in tutte le amministrazioni sarebbe lasciato ‘a secco’. Paletto che i sindacati chiedono di bypassare. Alla vigilia della nuova tornata contrattuale, può essere utile dare un’occhiata alla classifica, anche perché nelle intenzioni del Governo ci sarebbe l’esclusione dai prossimi incrementi contrattuali delle fasce che guadagnano di più. Ciò per concentrare le risorse sui redditi più bassi.

Le ultime cifre che circolano negli ambienti vicini al dossier parlano di 700milioni di euro in manovra per il 2017, a cui ne dovrebbero seguire altrettanti per il 2018, più quanto già messo per il 2016 (300milioni). Il tutto porterebbe a un aumento, fanno i conti i sindacati, di circa 40-50euro a regime. Cifra che non accontenterebbe i sindacati, i quali continuano a chiedere un blocco delle ‘pagelle Brunetta’ e di risolvere l’intreccio tra rinnovo e bonus Irpef.